BIDEN: PRIMO REGALO ALL’ITALIA, LE FIALE DI VACCINO RESTANO IN AMERICA

Jo Biden fa il primo grande regalo all’Italia. E ci toglie il vaccino necessario contro il Coronavirus . Mentre i nostri TG lo mostrano amorevolmente aprire una nuova stagione di democrazia americana, di mansuetudine illuminata e di gioia vestita di viola e di turchese, la Pfizer-BioNTech si “perde” i vaccini per l’Italia e anche per gran parte d’Europa. Il sospetto? Il successore di Trump ha annunciato di voler vaccinare 100milioni di persone in 100 giorni e il piano-Biden imporrebbe alle fabbriche nazionali di privilegiare le vendite domestiche con un ordine esecutivo. L’annuncio coinciderebbe con il rallentamento delle forniture dell’azienda americana che produce l’unico vaccino attualmente in commercio delle quantità destinate all’Europa.

Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe – attivissima in questi 11 mesi di coronavirus – ci fa sapere che: “I ritardi nelle consegne del vaccino Pfizer costringono le regioni a rallentare la corsa” e con il “caos forniture la seconda dose è a rischio”. Oltre 4.370 persone infatti avrebbero già dovuto ricevere la seconda dose e non l’hanno ricevuta. E questo può comportare il rallentamento, se non il fermo della campagna vaccinale.
Nella gabbietta dei polli stavolta l’Italia non è sola. L’Unione europea dà segni di inettitudine pari a quelli dei commissari straordinari italiani. Siamo in buona compagnia nella classifica della irrilevanza politica sullo scenario internazionale se la presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen si deve attaccare al latino richiamando la Pfizer con un secco: «Pacta sunt servanda. Abbiamo dei contratti e abbiamo bisogno di quei vaccini adesso». La situazione è parossistica. E la risposta sono le braccia allargate della farmaceutica americana. Gli europei già hanno fatto una figura barbina quando l’8 gennaio, l’ agenzia europea del farmaco ha alzato da 5 a 6 le dosi di ogni fiala. «I nostri contratti sono espressi in dosi», ha fatto sapere  la società e si è affrettata a tagliare le consegne dopo averle ritarate  sul nuovo dosaggio autorizzato.

La Ue, per conto dei suoi 27 paesi, aveva prenotato 600miioni di dosi di vaccino. Ma poi sono spuntati americani e paesi del Golfo Persico che hanno aperto una vera e propria asta, disposti a pagare qualsiasi cifra. Pfizer fa sapere che i problemi sono dovuti ai lavori nello stabilimento di Puurs in Belgio per aumentare la produzione 2021 del vaccino da 1,3 miliardi a 2 miliardi di dosi e assicura:  «Le consegne torneranno regolari dalla settimana del 25 gennaio con un aumento a partire dal 15 febbraio». Ma l’Europa è in allarme e vuole aprire una trattativa con la nuova amministrazione americana. L’Italia in questo scenario rischia un forte rallentamento della campagna lanciata il 27 dicembre, quella venduta come l’unica strada per limitare i lockdown. E una volta tanto che il commissario Arcuri fa il suo mestiere di avvocato l’Europa lo rimbrotta e lo ammonisce. Il Commissario straordinario ha infatti annunciato un’azione legale dell’Italia per i ritardi nella consegna dei vaccini. Da Bruxelles storcono il naso: “Non sta a noi commentare le azioni legali, ma certo non ci si aspetta che gli Stati o le istituzioni europee denuncino le case farmaceutiche”. Il tutto mentre restano coperti da segreto i numeri, i costi e le modalità di consegna stabilite nei contratti firmati con i vari produttori di vaccino.

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