ALIMENTARE: ETICHETTE UE ATTACCO A VINO E CARNI ROSSE

Etichette salutiste in arrivo per convincere gli europei a mangiare più verdura e meno carne. E bere bevande gassate invece del vino. E allora via alle immagini orrende. Sarà carino cenare in famiglia con la bottiglia che ti rimanda l’immagine di un fegato squartato in sala operatoria La “virata sanitaria” dei divieti dell’Ue sembra non aver fine: dopo il Covid parte l’emergenza tumori e Bruxelles punta a limitarla dissuadendo i consumatori dal consumare vino e carni rosse. Niente da dire invece sullo zucchero che da più parti viene indicato come il vero killer della salute degli umani, non degli europei. Secondo l’Unione l’anno scorso si sono ammalati di tumore 2,7 milioni di europei e 1,3 milioni hanno perso la vita a causa della malattia: la Commissione stima che senza un intervento tempestivo i casi aumenteranno quasi del 25% entro il 2035, facendo del cancro la prima causa di morte nell’Ue. La colpa viene fatta ricadere su vino e carni rosse e grasse. E per dare ai consumatori più strumenti per scegliere con più consapevolezza la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides, ha fatto sapere che la Commissione presenterà «una proposta di etichettatura obbligatoria per l’elenco degli ingredienti e dichiarazione nutrizionale sull’etichetta delle bevande alcoliche nel 2022 e una sulle avvertenze sulla salute nel 2023». Le etichette sono una delle misure insieme alla tassazione che andranno a contribuire alla prevenzione, una delle quattro aree di intervento del piano che mette a disposizione degli Stati membri 4 miliardi di euro. La Commissione proporrà quindi «un’etichettatura nutrizionale obbligatoria e armonizzata nella parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili» e sosterrà gli Stati membri e le parti interessate «nei loro sforzi sulla riformulazione e sull’attuazione di politiche efficaci per ridurre la commercializzazione di prodotti alimentari malsani». Proposta che è stata duramente criticata dall’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria (Assica). Per il presidente Nicola Levoni «anche la scienza è unanime nel dire che non è il prodotto in sé a essere pericoloso, ma la quantità che se ne assume». Nei giorni scorsi preoccupazioni erano emerse anche nel mondo del vino. Viene giudicato «inaccettabile» che il vino sia parificato al fumo. Il vero rischio, in realtà, è che l’Italia, che punta moltissimo sulla produzione di qualità e sull’export dei suoi prodotti, sia penalizzata ancora. Visto che il nostro mondo produttivo è stato già penalizzato da operazioni come il semaforo alimentare o, ancora, come il Nutriscore. Mentre la Ue, come sempre, si scorda di affrontare temi come la concorrenza sleale.
0 Points