IL PAESE IN ROSSO STUFO DI RESISTERE PRETENDE DI RIAPRIRE CON IL TURISMO. LA DURA SFIDA DI GARAVAGLIA

La tromba del talentuoso sardo Paolo Fresu espande l’emozione nella giornata triste che celebra la resistenza dell’anno orribile del covid, il mostro che ha spezzato vite e sogni. Il bosco della Bergamo d’Italia ferita, il suo sindaco costretto ancora all’appello “Mola mia”, perché finita non è. Il nuovo premier Mario Draghi chiamato a far “sentire” che “lo Stato c’è”. Ma ancora non s’avverte forte come dovrebbe.

Il rumore potentemente sordo resta e non passa. Il rumore inutile e ritardatario della lumaca Ema- agenzia europea del farmaco- ha dato il responso scontato. Astrazeneca è stato riabilitato, oggi alle 15 si riavvia il piano con la validazione dell’Aifa, ma la frenata alla campagna di vaccinazione dovuta al suo stop precauzionale è costata in termini di dosi circa 60mila somministrazioni al giorno, ovvero circa 200mila dosi in tutto. Riitardi a carissimo prezzo per la salute e per la ripresa economica.

Bisogna ricostruire, rifondare: il virus corre e tutto si gioca sul timing di un tempo che si fa sempre più corto.

La lumaca Ema continua a rallentare i tempi e mina il plotone della campagna armata del generale Figliuolo, pronto però a riarmarla. La lumaca Ema e la fallita Europa- che non ne ha azzeccata una su commesse e contratti con le case farmaceutiche- ci stando rendendo la ripresa difficile.

Del 18 marzo- ieri-resta una cartolina triste, Italia depressa, Europa assente. Da stamane vanno dissolte le paure e riabilitata la fiducia. Diciamolo con chiarezza, il governo Draghi parte con un grosso deficit: il cambio del riconfermato ministro alla Salute per ridare la reale speranza all’Italia, i cui conti dell’economia reale sembrano non voler tornare più, ma che invece devono per forza ritornare. Se poi ci metti pure che il consulente principe di Speranza, Ricciardi, spara contro l’agroalimentare italiano, traino, pensa un po’, dell’export nell’Annus orribilis 2020, ( il settore che in tandem con il turismo deve far rinascere il Paese) allora i conti non possono matematicamente tornare. Il fuoco amico, quello no, non è tollerabile.

Il punto è proprio il seguente. La cartolina nera di ieri deve diventare azzurra, si punta tutto sul turismo che sposa con l’agroalimentare made in Italy: è questa la coppia italiana più famosa, ambita, virtuosa che il mondo ci invidia, che va tutelata, innalzata. Perciò l’agroalimentare va “alimentato” mentre il turismo, che vale il 13% del Pil ed ora fa i conti con la crisi più rovinosa della sua storia, non va solo sostenuto a mo’ di stampelle ma rifondato. Il governo Draghi lo ha riabilitato ripristinandone il ministero, il suo ministro, Massimo Garavaglia, ci lavora alacremente.

Il ministro del Turismo ci ha ricordato una cosa giustissima. Quando ne usciremo dobbiamo essere organizzati per la riapertura delle attività economiche. E dovremo cominciare a riaggiornare già da ora i protocolli con le Regioni per la riapertura di queste attività”. Mario Draghi non a caso ha deciso di concludere così dopo la visita all’hub di Fiumicino, prima che scoppiasse il caso Astrazenca.

E a Garavaglia neoministro è stato consegnato un fardello non da poco. Garavaglia sprona a tenere duro fino a Pasquetta e puntella così: “Il turismo riapra per non chiudere più”. Per farlo è necessario in primis garantire la sicurezza e mettere a punto protocolli efficaci. Nel periodo fino a Pasqua si lavora a questo. Il piano si snoda in otto  punti per rilanciare il settore già dall’estate che verrà. Vediamoli.

Organizzazione: “Siamo un ministero nuovo- spiega il ministro. Il dicastero è stato istituito nel decreto 22 ed è quindi già in funzione. Se prima c’era un apparato esiguo (venti persone per il 13% del Pil) la nuova struttura lavorerà per distribuire nel modo più equo e veloce possibile le risorse a sue disposizione”.

Coordinamento: una campagna di ascolto capillare del comitato permanente per la promozione del turismo.

Sicurezza: protocolli efficaci che rendono possibile riaprire con tranquillità anche nella situazione attuale.

Aiuti: usare tutti gli strumenti esistenti, risorse importanti che sono ancora da distribuire, come i 230 milioni per agenzie e tour operator. Il bonus vacanze è stato usato solo per 840 milioni sui 2,4 miliardi. Nellottica del miglioramento degli standard qualitativi dell’offerta turistica si vuol ampliare gli strumenti esistenti, come il tax credit, il bonus facciate e anche il 110%. Quindi pensare al 110% anche per strutture ricettive ma non solo per l’efficientamento energetico (ci sono realtà che non hanno questa necessità) per esempio tutti gli anni si rinvia l’anti incendio, forse è l’occasione per smettere di rinviare.

Brand Italia: perché, a conti fatti, già nel periodo 2004-2014 abbiamo perso 25 milioni di turisti nel raffronto con altri più bravi di noi a promuoversi Spagna su tutti.

Collegato al brand Italia digitalizzazione di tutta la filiera.

Consolidamento e arriviamo al punto focale: i Ristori. Saranno erogati con il supporto pubblico del decreto liquidità e forme di garanzia per consentire l’accesso al credito anche ai soggetti in maggiori difficoltà. “Non saranno solo interventi sul debito ma anche di rafforzamento patrimoniale delle nostre aziende”.

 Frammentazione: fino ad ora si è vista sia orizzontalmente (con lo spacchettamento delle competenze tra ministeri) che verticalmente (con l’annosa questione della competenza regionale sulla materia).

La notizia è che per incentivare il turismo Covid-free ci sarebbero sul piatto 600 milioni di euro di rimborsi: l’obiettivo è erogarli in tempi rapidi. Vedremo come.

Dunque i rimborsi. Tutto buono se i rimborsi ci saranno ma non si potrà continuare a colpi di sostegni. Il passo successivo alla crisi deve essere quello di porre le basi per far volare il turismo e per tale obiettivo occorrono politiche per il turismo che vanno nella direzione di una globale rifondazione del settore, non più misure tampone senza prospettiva come in Italia si è abituati.

Il progetto dovrebbe procedere in due direzioni: connessione con i territori, rinnovamento dell’offerta a livello economico per ripatrimonializzare le imprese ovvero occorre un sostegno pubblico che garantisca la ricapitalizzazione delle imprese turistiche che senza ossigeno potrebbero finire in mano alla criminalità organizzata. Solo in questo modo si potrà riqualificare l’offerta turistica, lei sì madre- e non matrigna- dell’ economia del Paese.

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