NEXT GENERATION UE E QUALITÀ DELLA SPESA PUBBLICA: DUE STRADE PER CRESCERE

La Commissione Ue ha presentato una proposta di nuove regole di governance economica per gli Stati aderenti. Si tratta di un passaggio cruciale, in particolar modo per l’Italia che soffre di due grandi squilibri macroeconomici: l’eccesso di debito pubblico e la ultraventennale stagnazione economica: il nostro Pil pro capite del 2021 è pari a quello del 2000.

Tre tappe per capire dove siamo.

1) I paesi aderenti all’Euro si sono impegnati nel 1992 a rispettare due parametri: rapporto debito- Pil inferiore al 60% e rapporto debito-Pil inferiore al 3%. I parametri non hanno fondamento scientifico o empirico (la misura del rapporto debito-pil era solo la media dei valori degli Stati che hanno sottoscritto il Trattato di Maastricht).

2) Questi parametri così grezzi si sono dimostrati da un lato contraddittori tra di loro, dall’altro inadatti a garantire stabilità e crescita (ciononostante, hanno comunque evitato in Italia il fallimento dello Stato); pertanto nel 2012 – anche a causa della crisi del debito pubblico di Grecia e Italia – si è cercato un rimedio (rivelatosi peggiore del male).E’ stato difatti approvato il “fiscal compact” che prevedeva per gli Stati l’obbligo di pareggio (cioè zero deficit) e la riduzione del 5% all’anno del debito in eccesso rispetto al limite del 60%. Nel 2018, preso atto della irrealizzabilità del Fiscal compact, la Ue decide di non recepirlo nei Trattati, ma nel frattempo l’Italia lo aveva già approvato con una maggioranza bulgara e addirittura inserito in Costituzione (senza mai rispettarlo, per una ricostruzione della surreale vicenda, vedi Italia Oggi del 30 novembre 2018).

3) nel 2020, arrivata la pandemia si sospende temporaneamente ogni obbligo, in attesa di nuove regole da introdurre il 1° gennaio 2024.

Siamo alla proposta della Commissione Ue di questi giorni. Il solco dovrebbe essere quello tracciato da Mario Draghi ed Emmanuel Macron sul Financial Times il 23 dicembre 2021, che indica come modello da seguire il Next Generation Ue: abbandonare controlli unicamente “quantitativi” ed introdurre criteri oggettivi per la valutazione della “qualità” della spesa pubblica. Per l’Italia l’unica strada possibile per riprendere la crescita.

  • Economista
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