L’ISTAT FA I CONTI: BONUS EDILIZI, L’ITALIA SCAMPATA DA UNA CRISI GRECA

L’Istat ha comunicato il 1° marzo i dati sul Pil e l’indebitamento dello Stato del 2022. La pubblicazione era molto attesa, non solo per conoscere i dati quasi definitivi sul Pil 2022 (+ 3,7%, bene), ma soprattutto per capire i numeri dei bonus edilizi.

Cosa ha messo nero su bianco l’Istat? Che il Governo Conte 2 (5 stelle e Pd) nel 2020 aveva inventato qualcosa in grado di portarci ad una crisi simile a quella del 2011 della Grecia, quando si scoprì che i conti pubblici erano falsi (anche se a differenza del caso italiano, allora l’artificio contabile era doloso). E’ stato necessaria la cooperazione di Eurostat, Banche Centrali, Ministeri dell’economia e Istituti di Statistica dei Paesi Ue (pensate che task force), per stabilire la corretta contabilizzazione degli effetti perversi del provvedimento.

Provo a sintetizzare. I bonus edilizi prima creavano una detrazione di imposta a favore di chi effettuava gli investimenti: minori tasse da versare negli anni futuri. Il Governo Conte 2 ha trasformato la “detrazione” in un “credito” (anche a favore di chi non ha imposte da pagare); lo ha reso cedibile a terzi e immediatamente utilizzabile.

Bisogna quindi contabilizzare integralmente il minor incasso dello Stato nel momento dell’operazione (piuttosto che spalmarlo in vari anni) perchè l’incasso è perso quando il credito viene ceduto a chi, ovviamente, lo usa subito

Dunque, una delle geniali invenzioni simbolo del Conte 2, oltre la misura irragionevole degli incentivi (110%, o 90%), oltre le truffe, oltre la pessima scrittura del testo della legge, oltre la spinta all’inflazione, ha reso necessario l’intervento della task force per correggere la modalità distorta con cui veniva contabilizzato il minor incasso, errore senza mala fede, originato dalla mancanza di regole visto che mai nessuno Stato si era spinto a tanto.

I numeri: per il 2022 la differenza negativa tra entrate e uscite (il deficit) passa dal 5,2% all’8% del Pil.  In valore assoluto 153 miliardi di deficit invece di 98.

La vecchia modalità di contabilizzazione avrebbe falsato i conti pubblici per anni, scavando sotterraneamente, come un fiume carsico, un buco sempre più grande, fino al crollo stile Grecia.

  • Economista
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