CAPITOLO 3 – ERRATA INTESTAZIONE O SOGGETTO PASSIVO

Quando usarlo

Quando ricevi un atto fiscale (cartella, intimazione, avviso) intestato a te, ma il debito si riferisce a:

– Un immobile intestato a un familiare.

– Una tassa su un’utenza o una proprietà che non è tua.

– Un veicolo che hai venduto anni fa.

– Un’attività cessata o intestata ad altri.

Questo accade spesso con la TARI, il bollo auto, l’IMU o contributi previdenziali.

Perché è importante

La legge stabilisce che il pagamento può essere richiesto solo al soggetto passivo corretto, cioè alla persona che, secondo i registri ufficiali, risulta:

– Proprietaria.

– Titolare del contratto.

– Effettivo utilizzatore.

Se non sei tu, l’atto è viziato. Se lo lasci passare, paghi un debito che non è tuo. Se lo contesti subito, puoi:

– Far annullare l’atto.

– Fermare le procedure esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti).

Se l’ente insiste o non risponde, puoi agire:

– Al Tribunale Ordinario, per bloccare gli effetti esecutivi.

– Alla Commissione Tributaria, per far annullare l’atto alla radice.

Strategia con IA

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(Da usare caricando nella tua IA il PDF o la scansione dell’atto ricevuto e il testo proposto a seconda delle fasi del procedimento)

Prompt 1 – Verifica del soggetto passivo

Analizza il documento allegato. Dati: [Nome Cognome], C.F. [codice fiscale], residente in [indirizzo]. Atto: [tipo atto] n. [numero], datato [data], ricevuto il [data ricezione].

Confronta i miei dati con quelli del soggetto passivo corretto, in base a visura catastale, PRA, registri ufficiali o documentazione anagrafica. Spiega in linguaggio semplice se l’intestazione è errata, perché e quali sono le conseguenze giuridiche.

Prompt 2 – Redigere PEC di rettifica

Prepara una PEC da inviare a [PEC ufficio], con oggetto: “Richiesta annullamento per errata intestazione – [numero atto]”.

Inserisci:

– I miei dati completi.

– La descrizione del vizio (es: “la TARI si riferisce a un immobile intestato a mia madre”).

– La richiesta di annullamento immediato dell’atto.

– Le norme che regolano l’individuazione del soggetto passivo (es. art. 63 D.Lgs. 507/1993 per la TARI).

– La richiesta di sospensione della procedura in corso.

Prompt 3 – Elencare e descrivere i documenti da allegare

Elenca quali documenti devo allegare alla PEC per dimostrare che non sono io il soggetto passivo, spiegando in modo semplice cosa dimostra ciascun allegato.

Prompt 4 – Diffida per silenzio o rigetto

Prepara una PEC di diffida se non ricevo risposta entro 30 giorni o se mi rigettano l’istanza senza motivazione. Avvisa che procederò con:

– Opposizione al Giudice dell’Esecuzione se partono atti esecutivi.

– Ricorso alla Commissione Tributaria per annullamento.

Cita art. 328 c.p. e art. 10 dello Statuto del Contribuente.

Documenti da allegare

– Copia dell’atto ricevuto.

– Documento d’identità.

– TARI → visura catastale, contratto d’affitto o di comodato.

– Bollo auto → certificato di radiazione, atto di vendita registrato al PRA.

– Altro → documento che provi la non titolarità del bene/debito.

Cosa fare se l’Agenzia tira dritto

– Se avvia fermi o pignoramenti → opposizione al Giudice dell’Esecuzione.

– Se vuoi annullare il debito → ricorso in Commissione Tributaria.

– In caso di tributi locali (TARI, IMU, ecc.) → valuta anche ricorso al Giudice di Pace, se previsto.

Esempio concreto

Paolo riceve una cartella da 680 € per la TARI relativa a un appartamento dove non vive da anni, intestato a sua madre. Con l’aiuto della IA prepara una PEC di contestazione, allegando la visura catastale e il certificato storico di residenza. L’ufficio non risponde. Dopo un mese riceve notifica di fermo amministrativo sull’auto. Paolo deposita ricorso al Giudice dell’Esecuzione per sbloccare il veicolo e presenta ricorso alla Commissione Tributaria per l’annullamento dell’atto. L’ufficio, in sede di giudizio, non riesce a dimostrare che Paolo fosse intestatario: il fermo viene sospeso e l’atto annullato.