CAPITOLO 32 REDDITOMETRO E SPESE SOSPETTE

📖 Spiegazione semplice

Potresti ricevere una lettera che dice:
“Le spese sostenute nell’anno ___ non risultano coerenti con i redditi dichiarati.”

È il Redditometro: uno strumento con cui l’Agenzia delle Entrate confronta le spese della tua vita quotidiana (conto corrente, bollette, auto, viaggi, mutui, assicurazioni) con i redditi che hai dichiarato.
Se ritiene che tu abbia speso più di quanto guadagni, ti scrive per chiederti spiegazioni.

❗ Ma non sempre c’è un problema vero.
Può trattarsi di:

  • risparmi accumulati negli anni;
  • soldi prestati da un familiare;
  • spese intestate per errore (es. auto del figlio, carta condivisa);
  • dati bancari parziali o duplicati.

L’obiettivo è dimostrare con documenti chiari che le spese non derivano da redditi “nascosti”.

💬 Prompt iniziale

Allega il documento in PDF e chiedi:
*“Leggi la lettera Redditometro e spiegami:

  • per quale anno si parla,
  • quali spese risultano incoerenti con i redditi dichiarati,
  • se è un invito al contraddittorio (cioè una richiesta di chiarimenti) o un accertamento vero e proprio.”*

🧭 Cosa fare subito

  • Leggi con attenzione la lettera.
    Se c’è scritto “invito al contraddittorio”, è solo una richiesta di chiarimenti.
    Se parla di “accertamento sintetico”, è un vero procedimento: serve reagire in tempi precisi.
  • Recupera la tua dichiarazione dei redditi per quell’anno:
    • Vai su www.agenziaentrate.gov.it.
    • Accedi con SPID o CIE → Area riservata Cassetto fiscale Dichiarazioni inviate.
    • Scarica il modello 730 o Redditi PF in PDF.
  • Recupera i documenti delle spese.
    • Conto corrente e carte: entra nel tuo home banking → sezione Documenti fiscali / Estratti conto annuali → scarica i PDF dell’anno indicato.
    • Assicurazioni: accedi al sito della compagnia → sezione Documenti Riepilogo premi pagati.
    • Auto e moto: vai su https://www.ilportaledellautomobilista.it → accedi con SPID → scarica la visura veicolo per vedere se è intestato a te.
    • Casa e immobili: vai su https://visurecartastali.agenziaentrate.gov.it → scarica la visura catastale e verifica intestazione e rendita.
  • Controlla se quelle spese erano tue.
    Molte segnalazioni nascono da carte usate da figli o coniugi a tuo nome.
  • Prepara una risposta scritta via PEC.
    Mai telefonare: la PEC lascia traccia ufficiale e chiude la pratica più velocemente.

📎 Documenti da allegare

  • Copia della lettera Redditometro.
  • Copia della dichiarazione dei redditi per l’anno contestato.
  • Estratti conto o movimenti bancari in PDF.
  • Copie di ricevute, bonifici, contratti o prestiti che giustificano le spese.
  • Documento d’identità.

💬 Prompt operativi

Prompt 1 – Analisi dell’avviso
Allega il documento in PDF e chiedi:
“Rileggi la lettera Redditometro e crea una tabella con tutte le spese considerate incoerenti.”

Prompt 2 – Confronto con la dichiarazione
Allega il modello 730 o Redditi e chiedi:
“Confronta le spese indicate con i miei redditi dichiarati e segnala le differenze.”

Prompt 3 – Origine delle somme
Allega gli estratti conto e chiedi:
“Individua, per ogni spesa, se deriva da risparmi precedenti, prestiti o trasferimenti familiari.”

Prompt 4 – Bozza PEC di risposta
Chiedi:
“Scrivi una PEC all’Agenzia delle Entrate spiegando che le spese non derivano da redditi non dichiarati, allegando le prove necessarie.”

Prompt 5 – Analisi del rischio fiscale
Chiedi:
“Simula cosa accadrebbe se non rispondessi o se l’Agenzia non accettasse la mia spiegazione.”

Prompt 6 – Verifica dell’autorità competente
Chiedi:
“Se l’Agenzia insistesse su un accertamento errato, indicami a quale autorità devo rivolgermi per il ricorso e come si presenta.”

📨 Cosa aspettarsi

  • Se rispondi con prove e chiarezza, la pratica si chiude senza sanzioni.
  • Se non rispondi, l’Agenzia può stimare un reddito maggiore e notificare un accertamento sintetico.
  • Se non sei d’accordo con l’esito, puoi impugnare l’accertamento davanti alla Commissione Tributaria Provinciale competente per il tuo domicilio fiscale.
    • Si presenta un ricorso tributario scritto, entro 60 giorni dalla notifica.
    • Il ricorso può essere firmato dal contribuente o, meglio, da un tributarista o avvocato abilitato.

Se non rispondono o rispondono male

  • Dopo 30 giorni senza risposte, invia una PEC di sollecito, citando l’art. 328 c.p. (omissione di atti d’ufficio).
  • Se insistono con dati sbagliati, presenta una istanza di autotutela (fac-simile su Beconomy Premium).
  • Se emettono un atto definitivo, puoi fare ricorso alla Commissione Tributaria Provinciale, come spiegato sopra.

🤖 Come usare l’IA in questo caso

Puoi chiedere alla tua IA di:

  • estrarre automaticamente dal PDF della lettera tutte le voci di spesa;
  • confrontarle con il tuo reddito dichiarato;
  • scrivere una PEC chiara e ordinata;
  • creare un riepilogo in Word delle prove da allegare;
  • simulare la risposta dell’Agenzia per capire se serve un ricorso.

⚠️ Rischi e possibili esiti

  • Nessuna risposta = accertamento fiscale completo con importi stimati.
  • Risposta documentata = archiviazione immediata.
  • Mancanza di prove = accertamento parziale, ma impugnabile davanti alla Commissione Tributaria Provinciale.
  • In casi di gravi errori o abusi, puoi anche segnalare la condotta all’Autorità giudiziaria ordinaria (Procura della Repubblica) allegando la documentazione.

💡 Suggerimento Premium

Il Redditometro non è una condanna, ma un algoritmo cieco.
Non sa se quei soldi li hai presi da un risparmio, da un prestito o da tua madre.
Tu sì: e con calma, documenti e PEC puoi difenderti con efficacia.
Ogni passo scritto, ogni prova ordinata, è una mossa di autodifesa intelligente.