CAPITOLO 33 CEDOLARE SECCA E AFFITTI

📖 Spiegazione semplice

Può arrivarti una comunicazione dell’Agenzia delle Entrate che dice:
“Risultano redditi da locazione non dichiarati o dichiarati in modo errato.”

Significa che, secondo i loro dati, hai dato in affitto un immobile ma non hai versato la cedolare secca (la tassa sostitutiva dell’IRPEF) o l’hai versata male.
A volte però è solo un errore:

  • il contratto è stato registrato ma l’Agenzia non ha collegato correttamente i dati;
  • l’affitto è terminato a metà anno;
  • l’immobile era in comproprietà o non era affittato affatto;
  • hai scelto il regime ordinario e loro credono che tu abbia optato per la cedolare secca (o viceversa).

Il tuo obiettivo è capire cosa risulta nei loro archivi, recuperare i documenti e, se serve, dimostrare che la somma è già tassata.

💬 Prompt iniziale

Allega il documento in PDF e chiedi:
*“Leggi la lettera o l’avviso sull’affitto e spiegami:

  • per quale anno si parla,
  • a quale immobile si riferisce,
  • se si tratta di una mancata registrazione del contratto o di un errore sulla cedolare secca.”*

🧭 Cosa fare subito

  • Recupera la lettera o l’avviso completo.
    Controlla il numero di protocollo, la data e l’anno d’imposta contestato.
  • Recupera la copia del contratto di affitto.
    • Vai su www.agenziaentrate.gov.it.
    • Accedi con SPID o CIE → Area riservata Servizi Contratti di locazione Consultazione contratti.
    • Trova il contratto e scarica il PDF della registrazione.
      Se non compare, il contratto non è registrato o risulta scaduto.
  • Controlla se avevi optato per la cedolare secca.
    Nel contratto deve esserci la dicitura “Il locatore opta per la cedolare secca ex art. 3 D.Lgs. 23/2011”.
    Se non c’è, hai scelto il regime ordinario e quindi l’Agenzia potrebbe averti segnalato erroneamente.
  • Recupera le ricevute dei pagamenti dell’affitto.
    • Dal tuo home banking → sezione Documenti / Bonifici ricevuti → scarica i PDF.
    • Oppure chiedi all’inquilino le copie dei pagamenti.
  • Scarica il modello F24 con i versamenti della cedolare secca.
    • Entra su https://www.agenziaentrate.gov.it → Area riservata Servizi Ricerca versamenti F24.
    • Cerca i codici tributo 1840 (acconto) e 1841 (saldo).
    • Scarica i PDF dei versamenti.
  • Confronta tutto.
    Se hai versato, registrato e dichiarato correttamente, è probabile che sia solo un errore informatico dell’Agenzia.

📎 Documenti da allegare

  • Copia della lettera o avviso dell’Agenzia delle Entrate.
  • Copia del contratto di locazione registrato.
  • Copia dei modelli F24 con i versamenti della cedolare secca.
  • Estratto conto con i bonifici ricevuti.
  • Documento d’identità.

💬 Prompt operativi

Prompt 1 – Analisi dell’avviso
Allega il documento in PDF e chiedi:
“Analizza la lettera e riassumi i motivi per cui l’Agenzia ritiene che non abbia dichiarato correttamente l’affitto.”

Prompt 2 – Verifica contratto
Allega il PDF del contratto e chiedi:
“Controlla se nel contratto è indicata l’opzione per la cedolare secca e se risulta correttamente registrato.”

Prompt 3 – Confronto versamenti
Allega i modelli F24 e chiedi:
“Verifica se i versamenti della cedolare secca coprono il periodo contestato e se gli importi sono corretti.”

Prompt 4 – Bozza PEC di chiarimento
Chiedi:
“Scrivi una PEC all’Agenzia delle Entrate spiegando che la cedolare secca è stata regolarmente pagata e allegando contratto, F24 e ricevute.”

Prompt 5 – Calcolo del ravvedimento
Chiedi:
“Se ho dimenticato di versare una rata, calcola quanto devo pagare oggi con il ravvedimento operoso.”

Prompt 6 – Verifica autorità competente
Chiedi:
“Se l’Agenzia non accetta le mie prove e insiste con un accertamento, indicami quale tribunale o commissione devo contattare e come si presenta il ricorso.”

📨 Cosa aspettarsi

  • Se dimostri che l’affitto era regolare e tassato, la pratica viene chiusa.
  • Se hai saltato un versamento, puoi rimediare con ravvedimento operoso, pagando sanzioni minime.
  • Se l’Agenzia ritiene ancora che l’affitto fosse “in nero”, può emettere un accertamento con imposta e sanzioni.
    In tal caso, puoi impugnarlo davanti alla Commissione Tributaria Provinciale competente per il tuo domicilio fiscale.
    • Il ricorso tributario va presentato entro 60 giorni dalla notifica.
    • Si deposita online o tramite raccomandata alla Segreteria della Commissione Tributaria Provinciale.
    • Puoi firmarlo tu stesso o affidarti a un avvocato tributarista.

Se non rispondono o la risposta è incompleta

  • Dopo 30 giorni, invia una PEC di sollecito, citando l’art. 328 c.p. (omissione di atti d’ufficio).
  • Se non correggono l’errore, presenta un’istanza di autotutela all’Ufficio Territoriale competente.

Prompt aggiuntivo – Istanza di autotutela automatica
Allega il documento in PDF e chiedi:
“Prepara una PEC con istanza di autotutela da inviare all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Usa i dati dell’avviso allegato (numero protocollo, importo, anno e oggetto) e formula la richiesta di verifica o annullamento in autotutela, citando gli articoli 2-quater del D.P.R. 462/1997 e 10 dello Statuto del Contribuente.
Chiudi la PEC chiedendo risposta scritta entro 30 giorni.”

  • Se ricevi un atto definitivo, puoi impugnarlo davanti alla Commissione Tributaria Provinciale, come indicato sopra.

🤖 Come usare l’IA in questo caso

Puoi chiedere alla tua IA di:

  • confrontare contratto, bonifici e versamenti F24;
  • creare una tabella con mesi, importi e codici tributo;
  • redigere una PEC di risposta con linguaggio tecnico ma chiaro;
  • calcolare in automatico l’importo del ravvedimento;
  • scrivere direttamente l’istanza di autotutela completa e formattata.

⚠️ Rischi e possibili esiti

  • Se ignori la lettera → rischio di accertamento per redditi non dichiarati e sanzioni fino al 120%.
  • Se rispondi con documenti chiari → archiviazione immediata.
  • Se l’Agenzia sbaglia → puoi ricorrere alla Commissione Tributaria Provinciale.
  • In caso di abuso o doppia tassazione, puoi segnalare la vicenda alla Procura della Repubblica allegando i documenti.

💡 Suggerimento Premium

Le contestazioni sulla cedolare secca nascono quasi sempre da errori di collegamento informatico.
Non farti spaventare.
Recupera i documenti con calma, invia la PEC di chiarimento e conserva tutto in una cartella dedicata.
La difesa efficace è nella precisione dei tuoi documenti e nella chiarezza delle tue risposte.