SORPRESA, CHI C’È DIETRO IL BLOCCO DEI DAZI DI TRUMP: LA SCOPERTA DAVANTI A UN PIATTO DI PASTA…

Colpo di scena! Una corte federale Usa blocca i dazi di Trump: “Sono illegali!- il presidente non ha l’autorità di imporre tariffe globali”. L’ira della Casa Bianca: “Non è escluso il ricorso alla Corte Suprema”. 

È successo davvero: una corte federale Usa ha bloccato i dazi reciproci di Donald Trump definendoli illegali. I tre giudici della Us Court of Interntational Trade hanno stabilito che la legge invocata dal presidente per imporre le tariffe non gli conferisce l’autorità per farlo. Immediati i fulmini e le saette dalla Casa Bianca. La reazione è immediata: “Non è escluso il ricorso alla Corte Suprema”- fanno sapere gli uomini del presidente che prevedono di portare il blocco dei dazi alla Corte Suprema venerdì se la Corte d’appello federale non sospenderà la decisione della Us Cort of International Trade.  Ma se a far saltare i nervi a Trump è stata la Corte Federale a far saltare i dazi e a imprimere il vero e proprio colpaccio è stato lui… Indovinate un po’? Inimmaginabile! Si chiama Victor Schwartz, è un piccolo importatore di vini che a caldo commenta così: «Non pensavo di arrivare a tanto». Proprio così, è stato lui, il proprietario di Vos Selections, piccola azienda a conduzione famigliare (padre e due figlie) ad ottenere la sentenza che ha bloccato i dazi ed ora sta facendo impazzire Donald Trump. Non un potere dunque, non la magistratura, ma una  minuta azienda di importazione di vini. Un uomo e le sue figlie al timone. Vos Selections ha sede a New York, ed è il principale querelante della causa che ha portato i tre giudici della Corte del Commercio Internazionale ad annullare i dazi generalizzati di Trump.

Riportiamo quel che Victor Schwartz ha raccontato alla stampa americana. Ecco com’è andata.

Cominciamo dalla fine. La notizia della sentenza l’ha appresa mentre cucinava un piatto di pasta. «Non avevo mai pensato, quando ho fondato questa azienda quarant’anni fa, che mi sarei ritrovato coinvolto in una causa contro il governo», ha detto ridendo. In fondo il suo desiderio era semplice semplice: «Importare bottiglie di qualità da denominazioni di pregio di tutto il mondo, e venderle a una comunità che le capisse». Un sogno comune a tanti piccoli e medi commercianti e produttori di vini del mondo.
Ma la guerra commerciali di Trump ha terrorizzato Schwartz e la prospettiva di dover drammaticamente ritoccare i prezzi, senza le riserve di liquidità di cui dispongono importatori più grandi lo ha terrorizzato fino a configurarsi come «una minaccia esistenziale». Simile a quella che affliggeva, prima della sentenza, centinaia di suoi «colleghi». «Non siamo una grande azienda. Non possiamo semplicemente resistere alla tempesta», ha risposto così Schwartz alla Cnn. Quando Trump ha annunciato nuovi dazi globali senza precedenti contro quasi tutti i partner commerciali degli Stati Uniti, Schwartz ha cercato l’aiuto di un avvocato. Presto ha incontrato gli avvocati di un’organizzazione garantista e libertaria, il Liberty Justice Center, che hanno proposto di fare causa. Dopo qualche discussione in famiglia, Schwartz ha accettato il ruolo di primo querelante – che nell’ordinamento americano ha per esempio, in una class action, il principale onere della prova – e ha sporto querela insieme ad altre quattro piccole imprese, tra cui un rivenditore di abiti da yoga e uno di attrezzatura da pesca iperspecializzata.