FARSI LA BARBA NON È UNA BARBA: IL RASOIO VERDE CHE ABBATTE I COSTI

Farsi la barba può essere un impiccio per alcuni uomini: ma certo può essere un modo per aiutare l’ambiente. Invidio chi riesce a portare una folta barba: a me ha sempre dato pizzicore; e farmi la barba è sempre stato, per me, qualcosa di non facile. Dai 15-16 anni in cui iniziai a grattarmi con rasoi usa e getta una peluria che gradualmente si faceva barba, sono poi passato al rasoio con tre lame. Una routine tranquilla fino a quando, un giorno, mi sono reso conto che spendere decine di euro per cinque sole ricariche fosse una vera e propria follia. Oltre all’inutile quantità di plastica (contenitori e altro) con cui avevo a che fare.

E dunque, quale soluzione adottare? Una, la più semplice: tornare all’antico. Al DE o double edge o, se preferite, rasoio di sicurezza. Quello con la lametta, per capirci. E trovare pace. Il rasoio a lametta era già oggetto di brevetto attorno al 1880, ma fu King Camp Gillette, nel 1904, a renderlo lo strumento che tutti conosciamo. Ed anche un modello di business: Gillette capì che i soldi, quelli veri, non si facevano sul rasoio ma sulle ricariche con la sua faccia (una volta si perse in India e lo riconobbero tutti quanti): cinque lamette per scatolina, con due buchi soltanto adattabili solo per il suo rasoio. Altri provarono a realizzare rasoi simili, con buchi diversi: quando i brevetti scaddero, i buchi vennero unificati nella strana forma che le lamette hanno oggi. Si chiama, come nel mondo dei computer, retrocompatibilità.

La fortuna di Gillette, però, fu dovuta alla Grande Guerra. Alle armi chimiche, precisamente: la barba lunga impediva una perfetta aderenza della maschera antigas al volto dei soldati, ragion per cui era necessario farsi la barba tutti i giorni e non solo, quindi, per motivi estetici (ma già Alessandro Magno aveva capito che tenere i capelli corti e farsi la barba avrebbe offerto meno appigli al nemico nei combattimenti corpo a corpo). Quando l’America entrò in guerra, Gillette vince la fornitura dei kit di rasatura per i soldati americani: uomini che a guerra finita avrebbero sicuramente continuato a farsi la barba con quell’oggetto. Ci aveva visto giusto: il business esplose.

Il problema, se problema si può definire, della rasatura a lametta è che richiede tempo. Per abbreviare i tempi, negli anni ‘60 nacquero le schiume da barba; ma un rasoio può durare decenni, meglio l’usa e getta che non richiede altro: prima nacque il Techmatic, il rasoio che gli astronauti dell’Apollo 11 hanno usato nello spazio (sì, ci si fa la barba anche da quelle parti); poi, nel 1976, il rasoio bilama che tutti conosciamo e che ha avuto innumerevoli imitatori. Quando le due lame si consumano si butta e arrivederci.

I tempi, però, sono cambiati. Plastica da buttare, spray che si consuma… meglio tornare all’antico. E abbattere i costi. Se volete radervi utilizzando prodotti amici dell’ambiente potete rivolgervi alla rasatura a lametta. Cento lamette si comprano su ebay secondo i vostri gusti (acquistate prima un demo pack, con lamette di varie marche per provarle sulla vostra faccia) con una decina di euro: 3 barbe a lametta significano quasi un anno (e generalmente di barbe se ne fanno almeno 4 con una lametta, se non volete usarne una nuova tutte le mattine). I pre-barba costano sui 4 euro e vengono generalmente venduti in vasetti di vetro (riciclabile in eterno), come le creme dentro i tubetti di metallo che non superano 1,50 euro l’uno (e quanti ne potrete consumare in un anno? Quattro?). Da notare che malgrado il basso prezzo i prodotti sono di qualità. Se poi volete, potete acquistare sapone in ciotola di legno, ceramica o metallo (ma anche plastica riciclabile): ce ne sono per tutti i prezzi e tutti i gusti. Inoltre ci sono vari siti, blog e forum di appassionati (ilrasoio.com è uno dei più quotati): trovate dritte e tutorial per tutti i gusti. Su Youtube vi consigliamo il simpatico e preparato Luca Dinaro, una vera celebrità nel mondo della rasatura wet shaving.

A seguire il rasoio. Quelli più semplici, in plastica o metallo venduti nei supermercati, vanno benissimo per iniziare e per farsi la barba in modo semplice. Si possono comunque acquistare rasoi in metallo regolabili a seconda della pelle e della barba che avete, oppure potete riciclare un rasoio appartenuto a nonni o padri: vi parlo dopo una sbarbata stamattina con un Gillette Super Slim Twist del 1973 che era di mio padre e che funziona perfettamente dopo quasi 50 anni: è bastato pulirlo, disinfettarlo, caricare una lametta del mio pacco da 100 (made in India, trovate lamette da tutto il mondo) e ho la faccia perfettamente liscia.

Per quanto riguarda l’aftershave potete coccolarvi con creme apres rasage oppure con le colonie, generalmente vendute in contenitori di vetro. Alcune hanno lo spruzzino, come quella che usa il barbiere, e ci fate anche due anni e mezzo di uso quotidiano o quasi. Infine non è necessario riempire il lavandino d’acqua: basta una ciotola di plastica riciclata con dentro l’acqua calda, pennello in setole naturali che dura una vita, e buone barbe. L’importante è: tenere un’apertura del rasoio di 30 gradi sul vostro volto, altrimenti la lama non taglia; mano molto leggera e passate nel senso del pelo. Il contropelo vi verrà naturale col tempo. Soprattutto: insaponatevi bene la faccia montando la crema almeno per due minuti e rendendola bella spessa sul vostro volto: una buona insaponata è mezza barba già fatta!

Visto il caldo vi suggeriamo di prendere la famosa crema da barba alla menta, quella nella scatola verde (e ci siamo capiti): dopo la seconda passata buttatevi addosso abbondante acqua fredda e sentirete letteralmente il ghiaccio sulla pelle. Specie con questo caldo è un toccasana per iniziare la giornata!

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