HERR FRANK, NEI PANNI DELL’INVIATO SPECIALE TEDESCO DELL’ANTISPREAD

Penso che immedesimarsi nel modo di pensare delle controparti sia sempre un esercizio interessante; aiuta a comprendere la complessità dei problemi e delle soluzioni. E ciò soprattutto se la controparte mi è particolarmente antipatica, motivo per il quale mi trovo in questi giorni ad immaginare cosa pensa un contribuente tedesco, nel momento che la Bce sta per varare un provvedimento ( il “Transmission protection instrument” Tpi)  per attenuare gli effetti dell’incremento dello spread sul debito pubblico italiano.

Herr Frank, chiamiamolo così l’ipotetico contribuente tedesco, al di là del clima e del cibo decisamente non eccelsi, vive tutt’altro che una situazione idilliaca: il suo cuneo fiscale è più pesante di quello italiano (48,1% contro 46,5%); la corporate tax è più alta di quella italiana (30% contro il 27,9%); l’aliquota massima dell’imposta sulle persone fisiche è più alta di quella italiana (47% contro 43%); la dipendenza dal gas russo è maggiore di quella italiana (ha  minori possibilità di diversificare i fornitori) ed ha già messo a perdita i miliardi investiti nella costruzione del gasdotto Nord Stream 2.

Herr Frank sa bene anche che il suo Paese partecipa al capitale della Bce per il 21,43% contro il 13,81% dell’Italia e quindi, qualunque cosa sia il meccanismo anti-spread (che magari non ha ben chiaro), può essere soltanto qualcosa offerto all’Italia in misura maggiore rispetto la sua percentuale di partecipazione al capitale della Bce (altrimenti non avrebbe alcun effetto). Del resto, è già avvenuto così in occasione del Programma di acquisti di titoli di Stato a seguito della pandemia (Pepp) e sul reinvestimento dei loro rimborsi.

Dunque, osservato dal punto di vista di Herr Frank, il nostro contribuente tedesco, il meccanismo anti-spread, non sarà altro che un trasferimento, finanziario o di profili di rischio (che in fondo è la stessa cosa) dalla Germania all’Italia. Cioè tasse pagate in Baviera utilizzate temporaneamente (si spera) per calmierare il costo del debito pubblico a Roma. Herr Frank si chiede allora: questo supporto se lo meritano?  Nei suoi panni non avrei dubbi e sceglierei abbandonarci al Parlamento che gli italiani hanno scelto.

* Economista Università di Torino

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