Finalmente il dibattito europeo sembra avviato su temi rilevanti e concreti, abbandonando (spero) quell’approccio ideologico che ha in larga parte contribuito al discredito delle Istituzioni europee.
Mi riferisco al cd “Rapporto Draghi” sulla competitività, una vera e propria road map per la prossima legislatura europea, cui ha fatto seguito l’intervento di Christine Lagarde, sul mercato unico europeo dei capitali di cui abbiamo scritto lo scorso sabato su queste colonne.
Negli ultimi giorni si è registrato a Barcellona un intervento molto rilevante del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, incentrato sulla produttività: il nodo cruciale della competitività. E difatti, l’Europa ha accumulato un importante gap nella produttività a rispetto, ad esempio, agli Usa: fatto 100 nel 1995 il prodotto per ora lavorata in Ue e Usa, nel 2023 quei 100 erano diventati 180 negli Usa e appena 155 in Ue.
Il problema della produttività è assai complesso, ma di certo è urgente rafforzare l’industria tecnologica europea, anche per evitare una dipendenza da innovazioni sviluppate fuori dalla Ue. Ad esempio, nel settore delle Intelligenza Artificiale, gli investimenti tra il 2013 e il 2023 sono stati 20 miliardi di dollari in Ue, 100 miliardi in Cina e 330 negli Usa. Questa disparità di investimenti mette l’Europa in una posizione di debolezza nei settori chiave come spazio (ad esempio i satelliti), robotica, biotecnologia.
In questi settori, dove i singoli Stati non possono gestire autonomamente i progetti, o l’investimento frammentato e duplicato sarebbe irrazionale ed antieconomico, serve un piano di investimenti comuni per finanziare beni pubblici strategici, un vero “productivity compact”.
Un supporto può venire da un mercato unico dei capitali favorendo gli investimenti interni: prima del 2020, oltre 300 miliardi di euro all’anno venivano investiti fuori dall’Ue. Se fossero stati impiegati in Ue, avrebbero potuto aumentare gli investimenti produttivi del 20%.
Ultimo dettaglio: questi interventi così rilevanti sono di tre banchieri Centrali: Draghi, Lagarde, Panetta. Latitano in questo dibattito, e non è bello, gli economisti (forse troppo concentrati sulle formule matematiche).
- Economista