Chi si aspetta risposte certe dagli economisti rimarrà deluso dalla lettura di questo articolo. Come scriveva il premio Nobel per l’economia Franco Modigliani: pongo delle domande, ma ho non risposte certe; l’economia non è una scienza esatta.
1)Le sanzioni contro la Russia sono state eluse – anche da parte italiana – mediante triangolazioni; inoltre, molte multinazionali non hanno abbandonato il mercato russo (pecunia non olet).
2) Credo che una parte dati ufficiali siano inattendibili, altri non sono disponibili: a) L’inflazione dichiarata per il 2025 è del 5,3%, ma il tasso di interesse fissato dalla Banca Centrale e il 21%. Non è possibile conciliare due dati così distonici, l’inflazione reale non può che essere superiore al 20%. Anche se i russi sono abituati a convivere con una dicotomia tra dati reali e dati ufficiali, nessuna economia può sostenere tassi di interesse di oltre il 20%; b) impossibile dire qual è oggi il valore del Rublo per via delle restrizioni valutarie; c) Gazprom, la cassa di valuta pregiata a disposizione di Putin, ha ridotto al lumicino le sue riserve; d) Il tasso di disoccupazione è zero (una fetta di manodopera è assorbita dalla guerra), dunque i salari reali sono in crescita, ma dall’estero si attira solo manodopera di bassissimo livello; e) il Pil regge (nb: è inferiore a quello dell’Italia) sostenuto dalla domanda di armi pagata mediante giganteschi trasferimenti dallo Stato all’industria bellica. Il rapporto debito/pil è bassissimo, ma non avendo accesso ai mercati finanziari, la guerra è stata finanziata attingendo al Fondo del Benessere Nazionale che si è ridotto del 50%.f) La sua quota di commercio mondiale è scesa dal 2,3 prima della guerra all’1,7 %. g) Il Pil pro-capite è meno di 13.000 euro (quello medio della Ue oltre 34.000).
In sintesi, queste le mie conclusioni assolutamente non certe: i dati economici diffusi dalla Russia sono inattendibili; gli squilibri dell’economia di guerra russa potrebbero far implodere il sistema economico, come è successo con la dissoluzione dell’Urss. I tempi in cui questo potrebbe accadere sono imprevedibili, fondamentalmente dipendono da quanto la Russia è disposta ad asservirsi alla Cina.
- Economista