INFLAZIONE E PRESSIONE FISCALE, COLPETTI E COLPACCI DI INIZIO ESTATE

Torna a bussare alla porta delle famiglie l’inflazione e aumenta la pressione fiscale.

Nel mese di giugno accelera l’inflazione di “fondo”, ovvero quella al netto degli energetici e degli alimentari freschi, mentre l’inflazione al netto dei soli beni energetici resta stabile a +2,1%. I costi lievitano e le famiglie italiane dovranno fare i conti con le ferie d’agosto con il carrello della spesa che si assottiglia sempre di più e i consumi tornano al palo.

 Secondo l’Istat, tra gennaio e marzo il reddito disponibile è aumentato dell’1,8% rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali è salita solo dell’1,2%. Il risultato? Cresce la propensione al risparmio, che si attesta al 9,3% (+0,6 punti percentuali), su livelli relativamente alti rispetto alla media degli ultimi tre anni. Gli italiani, in sostanza, scelgono di mettere da parte una parte crescente del proprio reddito, anche se il potere d’acquisto è migliorato dello 0,9%, in linea con l’aumento dei prezzi.

Il primo trimestre del 2025 restituisce insomma  un’immagine stravagante e in apparente contraddizione: un Paese che guadagna di più, ma spende con cautela. A dominare è un clima di prudenza, specchio di un’inflazione che non molla la presa e frena la ripresa.