CAPITOLO 25 RITENUTE DIPENDENTI NON VERSATE

📖 Spiegazione semplice
Se sei datore di lavoro diventi sostituto d’imposta: significa che sei tu a trattenere le tasse dei tuoi dipendenti dallo stipendio e a versarle allo Stato al loro posto.
➡️ Non sono soldi tuoi: appartengono ai lavoratori e tu li gestisci solo come intermediario.

Se non versi queste ritenute, l’Agenzia delle Entrate ti contesta l’omissione di versamento.
⚠️ È una delle violazioni più gravi, perché:

  • colpisce somme già prelevate ai dipendenti
  • prevede sanzioni molto alte
  • in caso di importi significativi può comportare anche conseguenze penali (reato di omesso versamento ritenute).

La contestazione può riferirsi a:

  • tutti i dipendenti, se hai saltato un periodo intero
  • uno solo, se non hai trasmesso la sua Certificazione Unica (CU) o hai commesso un errore nel modello 770.

💬 Prompt iniziali (per capire l’atto e i calcoli)

👉 Copia e incolla questi comandi in un’IA (allegando sempre la lettera/cartella in PDF):

1️⃣ 👉 “Analizza il documento e dimmi se è una lettera di compliance (invito a regolarizzare con scadenza) o una cartella esattoriale (debito già iscritto a ruolo con importo da pagare).”

2️⃣ 👉 “Suddividi l’importo indicato in imposta, sanzioni e interessi, spiegando in modo chiaro da dove derivano i calcoli.”

3️⃣ 👉 “Verifica se i dipendenti citati nell’atto corrispondono ai miei effettivi lavoratori in quell’anno (controllando CU e modello 770).”

4️⃣ 👉 “Segnala eventuali errori o incongruenze tra quanto chiede l’Agenzia e i miei documenti (770, CU, F24).”

📝 Cosa fare subito

  • 📂 Recupera i tuoi documenti:
    • modello 770 dell’anno contestato (obbligatorio per tutti i dipendenti)
    • Certificazioni Uniche (CU) dei lavoratori
    • buste paga
    • ricevute dei versamenti F24 già eseguiti
  • 📨 Se è lettera di compliance: hai tempo (di solito 30 giorni) per chiarire o pagare.
  • 📨 Se è cartella esattoriale: l’importo è già iscritto a ruolo → puoi pagare (anche a rate) o contestare entro 60 giorni.

📑 Documenti da allegare alla PEC

  • Copia dell’atto ricevuto (lettera o cartella)
  • Modello 770 dell’anno contestato
  • CU dei dipendenti coinvolti
  • Copia F24 versati
  • Estratti conto che provano i pagamenti

💬 Prompt operativi (per reagire via PEC)

1️⃣ 👉 “Confronta gli F24 che allego con gli importi della cartella: segnala eventuali versamenti che l’Agenzia non ha considerato.”

2️⃣ 👉 “Scrivi una PEC di richiesta chiarimenti all’Agenzia, chiedendo il dettaglio analitico del calcolo (mese per mese e dipendente per dipendente).”

3️⃣ 👉 “Confronta i dati della cartella con modello 770 e CU allegati, e dimmi se i valori coincidono.”

4️⃣ 👉 “Prepara una PEC di contestazione se emergono errori, indicando in allegato i documenti di prova (F24, CU, 770).”

🔎 Cosa aspettarsi

  • ✅ Se è compliance: puoi correggere senza le sanzioni più dure.
  • ✅ Se è cartella: l’importo è immediatamente esigibile, ma puoi contestare o chiedere rateizzazione.
  • ⚠️ Se le somme non versate sono alte e reiterate → rischio penale.

🚨 Se non rispondono o la risposta è incompleta

  • Dopo 30 giorni dal tuo invio PEC puoi sollecitare.
  • Se restano in silenzio → si configura inerzia amministrativa (art. 328 c.p. e L. 241/1990).

🤖 Come usare l’IA in questo caso

  • 📊 Per ricalcolare importi, sanzioni e interessi.
  • 🖋️ Per scrivere PEC di richiesta dettagli o contestazione.
  • 📚 Per avere spiegazioni semplici delle norme citate nell’atto.
  • 🔍 Per verificare se la contestazione riguarda un singolo dipendente o tutti.

⚠️ Rischi e possibili esiti

  • ❌ Ignorare = pignoramenti, fermi, ipoteche.
  • ❌ Importi elevati omessi = rischio penale.
  • ✅ Contestando con prove → puoi ridurre o annullare il debito.
  • ✅ Pagando subito → eviti interessi e ulteriori sanzioni.

💡 Suggerimento Premium
Non farti paralizzare dalla paura: anche se l’atto è grave, hai strumenti concreti per difenderti. Con i tuoi documenti in mano e una PEC scritta bene puoi chiarire gli errori, bloccare richieste indebite e proteggere l’azienda e i tuoi dipendenti.