La Fondazione Biscozzi | Rimbaud ETS di Lecce presenta la mostra Pino Musi. Polyphōnia, a cura Stefania Zuliani. Undicesimo appuntamento espositivo della Fondazione — istituita nel 2018 da Luigi Biscozzi e Dominique Rimbaud con l’obiettivo di promuovere l’arte moderna e contemporanea — la mostra porta a Lecce il lavoro di Pino Musi (Salerno, 1958), artista visivo e fotografo di fama internazionale,
che da molti anni vive a Parigi.
Queste le parole della presidente Dominique Rimbaud: “È un onore e una grande gioia ospitare la mostra di Pino Musi. Musi gioca con le immagini – non possiamo più parlare di semplici fotografie – che la sua immaginazione e il suo sguardo, in equilibrio tra una profonda tenerezza per le periferie del mondo e la lucidità analitica dell’artista, hanno saputo catturare, trasformare e trasmutare in opere astratte. Sono particolarmente lieta di accogliere queste opere nelle sale della Fondazione, accanto ai
lavori di grandi protagonisti dell’arte astratta italiana e internazionale.”
Pino Musi ha iniziato a fotografare giovanissimo, a 14 anni, formandosi da autodidatta nella tecnica del bianco e nero. Il suo percorso è stato influenzato in modo significativo da una frequentazione del
teatro d’avanguardia e sperimentale, almeno fino alla fine degli anni Ottanta. Nel corso del tempo, la sua ricerca ha incontrato e messo in relazione differenti ambiti culturali, intrecciando in maniera personale antropologia e architettura, archeologia e industria.
La sua fotografia si fonda su rigore formale, ritmo e sottrazione. L’obiettivo non è quello di rappresentare la realtà visibile, ma di produrre, attraverso un sottile equilibrio, fra astrazione e dimensione analitica, spogliato da ogni forma di estetizzazione o nostalgia, spunti inattesi e contrappunti visivi che si accordino in una complessa armonia. In Polyphōnia, lavorando esclusivamente in bianco e nero, Musi adotta la tecnica digitale con misurati interventi che rivelano l’essenza nascosta e ambigua dei soggetti fotografati.
Dal 2018 l’artista ha rivolto la sua ricerca alle nuove periferie delle grandi città europee — tra le altre, Parigi, Anversa, Berlino — luoghi segnati da espansioni anonime e contraddizioni architettoniche. Le
sue immagini, prive di espliciti riferimenti geografici o temporali, non cercano il riconoscimento del referente, ma offrono un’esperienza visiva che ha molto a che fare con la notazione musicale. Nessuna
indulgenza narrativa o documentaria viene messa in opera: il suo sguardo indaga pieni e vuoti, strutture e tensioni, componendo vere e proprie partiture visive.
La mostra Polyphōnia si presenta negli spazi della Fondazione Biscozzi | Rimbaud con un corpus di 56 opere in esposizione e con un film di 25 minuti, appositamente prodotto per l’occasione, che restituiscono, in modo coerente e privo di compiacimento, una riflessione lucida e potente sui bordi
delle metropoli in espansione e sul nostro modo di percepire lo spazio urbano contemporaneo.
Fino al 6 gennaio 2026