JOHN ELKANN SBATTE LA PORTA IN FACCIA AL PARLAMENTO MENTRE STELLANTIS MUORE
“Gentile Presidente, apprendo con rammarico il suo diniego ad intervenire in audizione presso la X commissione della Camera dei Deputati e la IX commissione industria del Senato in merito alla produzione automobilistica del gruppo Stellantis”.
È l’incipit della lettera firmata da Alberto Gusmeroli, Presidente della Commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera. Il Parlamento chiama e Elkann snobba, se ne frega, finge che nulla è successo. Gli stabilimenti Stellantis tremano, a un passo dal crollo, il settore automotive è in ginocchio, gli operai di Pomigliano d’Arco, di Torino, di Piedimonte San Germano sono in cassa integrazion e l’erede di Gianni Agnelli snobba.Motivazione: “Non essendoci aggiornamenti dall’audizione, non abbiamo nulla da aggiungere rispetto a quanto già illustrato dall’amministratore delegato”, risponde il presidente di Stellantis che ha come primo azionista Exor che controlla anche Repubblica. Si infiamma il mondo politico, tutti contro il rampollo di casa (ex) Fiat.
Uno schiaffo ai cittadini e lavoratori che da quella istituzione sono rappresentati. “Il presidente di Stellantis, dunque, non ritiene che le Camere siano un suo giusto palcoscenico per esporre le politiche industriali dell’azienda che, ricordiamo, ormai da anni colpisce i dipendente e regala ai suoi azionisti gli utili. Chiediamo, quindi, chiarezza e soprattutto la conferma di un dialogo a cui Elkann ha sempre detto di non volersi sottrarre”. Cosi Gianluca Caramanna, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Attività produttive.
Durissimo Carlo Calenda: “Il fatto che Elkann abbia risposto negativamente alla richiesta di audizione del Parlamento, è un grave sgarbo istituzionale. La risposta ha già detto tutto Tavares non è accettabile. Non è stato Tavares a vendere Magneti Marelli promettendo di mantenere posti di lavoro e fabbriche, così come è stato Elkann ad accettare gli impegni occupazionali e produttivi per l’Italia in cambio di una garanzia di 6,3 miliardi quando ne aveva disperatamente bisogno”. Così il segretario di Azione, Carlo Calenda. Il segretario della Cgil Landini investe di responsabilità la presidente del consiglio, devono essere premier e governo a intervenire su queste cose. Il leader della Uil Bombardei sminuisce Jaki, non ha mai giocato un ruolo importante, dice. Intanto si muove il Mimit, convocato per giovedì 14 novembre il Tavolo Stellantis a Palazzo Piacentini. Sono stati invitati a partecipare i rappresentanti dell’azienda, delle Regioni sede di stabilimenti produttivi, delle organizzazioni sindacali e dell’Anfia (Associazione Nazionale Filiera Italiana Automotive).