DAZI: DONALD PROMETTE IL BOOM MA LE BORSE BOCCIANO TRUMP, PER JP MORGAN SARÀ RECESSIONE

Profondo rosso. Tutto secondo i piani. Un day after cupo e come largamente prevedibile quello dei dazi americani con le borse che segnano rosso e l’allarme degli analisti che agitano due spettri: inflazione subito e recessione poi. Così il telefono di Donald tra ieri e stamane non ha fatto altro che squillare e le linee, dicono i bene informati, sono state parecchio intasate. Soprattutto, ad insistere, sono stati i big tech di industria e finanza che, terrorizzati, hanno tampinato lo studio ovale. Fuori intanto i mercati crolla e il dollaro (ieri) vive una giornata nera e, dati alla mano, la manovra costerà alla famiglia americana media 3.800 dollari in più all’anno. Il tutto mentre il Wall Street Journal condanna la nuova era protezionista bocciando la leadership di Trump con l’accusa, tra l’altro, di lasciare campo aperto alla Cina. 

Ma Donald Trump tira dritto e anzi esulta: «L’intervento è finito! Il paziente è sopravvissuto e sta guarendo, la prognosi è che il paziente sarà molto più forte, più grande, migliore e più resiliente che mai prima». 

I dazi sono stati annunciati ma la vera ora X scatterà il 9 aprile, a meno di imprevisti ripensamenti. Dalla Cina all’Unione Europea, dal Giappone alla Gran Bretagna, con una tariffa minima del 10% su tutti i prodotti stranieri in ingresso negli Usa: nel “Liberation Day” Trump ha colpito partner storici e rivali tradizionali, senza fare troppe distinzioni, pur differenziando le soglie dei dazi. La Cina si è vista infliggere un 34% di dazi aggiuntivi rispetto a quelli già in vigore, i Paesi Ue il 20%, la Svizzera il 31%, il Regno Unito il 10%, il Vietnam il 46%, il Giappone il 24%. Gli analisti si scaldano.  JP Morgan, in una nota agli investitori, pronuncia la parola più temuta: «Sottolineiamo che queste politiche, se mantenute, probabilmente spingerebbero l’economia statunitense e mondiale in recessione quest’anno». Alcuni dati di stamane sulle borse: l’Europa apre negativa, Francoforte -0,60%. Milano scivola rapidamente e cede il 3,5%.