Quando il pranzo e la cena diventano un’impresa, una roba da titani e non la pura normalità. Quando il carrello della spesa pesa al portafogli ma è leggero perché siamo costretti a centellinare gli alimenti. Specie quando si tratta di hamburgher, caffè o cioccolato. Eh sì, perché se i prezzi al consumo frenano, non è così per i beni alimentari: in un anno, mangiare costa 232 euro in più per coppie con due figli. A rovinare i piani alle famiglie italiane sarebbe ancora la zavorra del post covid sull’inflazione. Lo ha spiegato Joachim Nagel, presidente della Bundesbank e membro del Consiglio direttivo della BCE. La Banca centrale europea deve continuare a monitorare “gli effetti successivi al picco inflazionistico post-Covid”, in particolare l’aumento dei prezzi alimentari e la “persistenza dei costi dei servizi”.
Intervenendo ad un evento a Francoforte, Nagel ha spiegato che, pur con i prezzi “vicini all’obiettivo del 2%” e destinati a restare lì nel medio termine, “gli strascichi della crisi sono ancora visibili in alcuni casi”. Ha citato sondaggi che mostrano come le famiglie continuino a temere ulteriori rialzi dei prezzi nell’area euro, dopo il picco del 10,6% dell’ottobre 2022. Con alimentari e servizi ancora sopra il 3%, prevale secondo Nagel una linea prudente dopo gli otto tagli da un quarto di punto già effettuati. Nagel ha ribadito che la banca è “in una buona posizione” e che le decisioni devono restare basate sui dati, “in modo flessibile e meeting-by-meeting”. Minimizza invece sul recente rafforzamento dell’euro. Il livello attuale non sarebbe preoccupante e il cambio con il dollaro non è lontano dalla media storica.
