CRISI-CHIUSURE: “VUOTE LE CASSE DEGLI ALBERGHI”

“Le casse degli alberghi italiani sono vuote e le imprese al limite della sopravvivenza. Il lockdown totale a Natale e Capodanno e il perdurare del divieto di spostarsi da una regione all’altra hanno moltiplicato gli effetti di una devastazione che non accenna ad arrestarsi”. Così Federalberghi in merito alla situazione di mercato, che anche a gennaio ha registrato un bilancio in calo delle presenze turistiche (-83%)rispetto al 2020. “Nelle città d’arte, gran parte delle strutture ricettive è chiusa da marzo 2020, per non parlare degli alberghi di Venezia, che hanno iniziato a soffrire con l’acqua alta di novembre 2019. Il business travel è fermo, cosi’ come fiere, congressi ed eventi di tutti i generi. La montagna ha perso piu’ di metà della stagione invernale ed è in attesa di capire se qualcosa si potrà salvare”, aggiunge.

“Le aziende termali e del benessere sono costrette a lavorare a scartamento ridotto. Il mare, partito in notevole ritardo l’estate scorsa, subirà una nuova penalizzazione se sarà confermato l’intento di prolungare il calendario scolastico sino a fine giugno”, osserva Federalberghi. “Tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, avevano preannunciato il proprio sostegno al cosiddetto decreto ristori quinquies. La crisi di governo ha poi rallentato l’adozione del provvedimento, che confidiamo venga collocato ai primi posti dell’agenda del nuovo esecutivo. Le nostre imprese – sottolinea Federalberghi – hanno bisogno di essere accompagnate sino alla fine del tunnel, che non appare vicina. Chiediamo, oltre al sostegno per il 2021, anche un meccanismo perequativo, che colmi le lacune generate dai precedenti provvedimenti e attenui il sapore amaro della beffa di fine anno, quando gli alberghi sono stati esclusi anche dal decreto Natale”.

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