LA MALAGESTIONE DELL’EMERGENZA HA “BLOCCATO”L’IMPRENDITORIA FEMMINILE

Unioncamere, importante osservatorio  della vita delle imprese, segnala un fattore di grave difficoltà delle imprese, conseguenza dell’emergenza sanitaria: la scarsità della liquidità che tocca due imprese su cinque del commercio. Fattore che ha indotto molte imprese a richiedere nuove linee di credito pur senza requisiti di affidabilità.

L’imprenditoria femminile risulta devastata dall’emergenza e dai lockdown di questi mesi. Secondo dati di Unioncamere, infatti, tra le imprese più colpite ci sono quelle femminili: a  fine 2020 si è fermata una crescita che andava avanti da sei anni.  L’Osservatorio dell’imprenditorialità femminile di Unioncamere e  InfoCamere registra un calo dello 0,29%, pari a quasi 4mila attività  in meno rispetto al 2019. Una perdita tutta concentrata al Centro Nord (il Mezzogiorno segna infatti un +0,26%) e sulle imprenditrici  giovani. Sebbene il tessuto produttivo femminile resti comunque  mediamente “più giovane” di quello maschile, le aziende guidate da  donne di meno di 35 anni di età hanno ridotto lievemente il proprio  peso sulla componente imprenditoriale femminile. Le attuali 154mila  attività di giovani donne sono, infatti, l’11,52% del totale, mentre  nel 2019 erano il 12,02%.

Secondo Unioncamere, quindi, i primi mesi del 2021 restituiranno:  “dati di peggioramento delle cessazioni che probabilmente si  sommeranno al picco stagionale del fenomeno (le imprese tendono a  concentrare le cancellazioni nei primi mesi dell’anno, e in  particolare a gennaio e febbraio), con un ulteriore incremento di  chiusure legato alla valutazione degli imprenditori di interrompere  l’attività (che si intravede nei dati già nel mese di ottobre) a  conclusione del bilancio dell’annus horribilis 2020.

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