DOMBROVSKIS È CERTO: SUPERMARIO SALVERÀ L’ITALIA. MA CHI SALVERÀ L’EUROPA DA DOMBROVSKIS?

Apertura di credito per Mario Draghi

L’endorsement di Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per il Commercio è stentoreo: “Draghi? E’ certo che aiuterà l’Italia a riprendersi e riformarsi”.
Il capo di Paolo Gentiloni però non spiega come farà l’Europa a riprendersi e riformarsi. La Ue, i suoi commissari, la sua burocrazia, esce a pezzi dall’epidemia influenzale di Coronavirus. Il fallimento del piano vaccinale, la mancanza di incisività negli interventi, le divisioni sulla solidarietà tra i Ventisette hanno lasciato un segno indelebile.

Ieri anche dalla Banca centrale europea è suonato l’allarme: “Troppi ritardi sul Recovery, gli Stati accelerino” ha fatto sapere l’ente presieduto da Christine Lagarde. A Francoforte c’è “preoccupazione” a per la lentezza nell’attuazione del Recovery Fund. “Sebbene i leader europei abbiano concordato di fornire il più grande pacchetto di sostegno mai finanziato dal Bilancio dell’Unione europea (1.500 miliardi di euro)”, si legge nelle minute dell’ultima riunione, “i progressi nella realizzazioni sono lenti e impegnativi”. L’Eurotower sottolinea “l’importanza” che il Next generation Eu “divenga operativo senza ritardi” e chiede agli “Stati membri di accelerare il processo di ratifica, di finalizzare i loro piani di ripresa e resilienza prontamente e di destinare i fondi alla spesa pubblica produttiva, assieme a politiche strutturali in grado di rilanciare la produttività”. Insomma, non era solo ConteBis a non aver fatto uno straccio di programmazione di spesa, ma anche i Paesi Frugali, i Baltici e forse Macron… la Merkel aveva già incassato prima.

Dombroskis lo ammette candidamente: ”l’85% della crescita globale avverrà fuori dall’Europa nei prossimi dieci anni. Dobbiamo essere pronti a trarre vantaggio da quella crescita, a beneficio delle nostre aziende, dei nostri lavoratori e dei nostri consumatori”. Quindi l’Europa dovrà andare a ricasco di Cina, Usa e Russia. Correndogli dietro con il fiatone. E dove sono i benefici che la conversione green e l’austerità avrebbero portato?

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