LA CORTE COSTITUZIONALE SUI CINGHIALI: DISCO VERDE PER MAGGIORI ABBATTIMENTI
I cinghiali sono oltre due milioni in Italia. Spadroneggiano in città e campagne, mettono a rischio la sicurezza delle persone, causano incidenti stradali con morti e feriti, devastano i raccolti e sono pericolosi diffusori di malattie come la peste suina. Le proteste e i ricorsi sono arrivati fino alla Corte Costituzionale che ha dato il via libera per aumentare il contenimento dei rischi con l’abbattimento di un maggior numero di esemplari.
La sentenza permette di prendere parte alle operazioni di riduzione del numero degli animali selvatici anche agli agricoltori provvisti di tesserino di caccia, altri cacciatori abilitati, guardie venatorie e ambientali volontarie, guardie giurate, a patto che siano appositamente formati.
I cinghiali nei primi anni ’80 erano in via d’estinzione, ma per impedirlo fu usata una tecnica con scarse basi scientifiche e poca immaginazione. I boschi dell’Italia centrale furono riempiti con cinghiali ungheresi, grossi il doppio di quelli autoctoni e che riproducevano tre o quattro figli rispetto al singolo parto di un cinghiale femmina italiano. E ne fu vietato l’abbattimento. Questo ha portato lentamente a una pericolosa sovrappopolazione che oggi ha effetti devastanti nel rapporto umano-cinghiale.
La Coldiretti ha espresso apprezzamento: ”Nel pronunciarsi sul ricorso al Tar della Toscana di alcune associazioni ambientaliste la suprema corte ha riconosciuto – spiega Coldiretti – che l’aumento dei cinghiali e la riduzione del personale incaricato di controllarli ha aumentato il rischio di danni alle coltivazioni agricole ma anche alla stessa sicurezza dei cittadini, visto l’aumento degli incidenti stradali causati dai selvatici. Da qui la decisione di procedere a un epocale cambio di direzione rispetto all’orientamento seguito negli ultimi quindici anni che aveva portato a bocciare i provvedimenti assunti dalle varie Regioni che avevano aperto alla possibilità di ampliare l’elenco tassativo dei soggetti incaricati della caccia di selezione previsto dalla legge quadro”.
”Oltre 6 italiani su 10 (62%) – secondo un’indagine Coldiretti/Ixè – hanno paura dei cinghiali e quasi la metà (48%) non prenderebbe addirittura casa in una zona infestata da questi animali. Una situazione arrivata al limite tanto che più di 8 italiani su 10 (81%) pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti incaricando personale specializzato per ridurne il numero”.