PER ASPERA AD ASTRA (ZENECA) BUFALE VIRALI ED ECONOMICHE

L’Europa ha dato il peggio di sé nella faccenda dei vaccini. Ieri persino il vicepresidente Franz Timmermans ha detto: abbiamo sbagliato tutto. E in Italia se possibile anche peggio: dopo averne impedito l’esportazione oggi Draghi blocca la somministrazione del siero su cui l’Ue ha puntato tutto con l’Aifa che si contraddice e l’Ema che non sa cosa dire. E in più si stupiscono dopo un anno di comunicazione terroristica se gli italiani non vogliono l’iniezione. La vera trombosi è quella dell’Europa che cerca via vaccino di colpire la Gran Bretagna rea di Brexit

Per aspera ad astra (Zeneca lo aggiungiamo noi) è il motto famosissimo che campeggiava anche sulla bandiera del Battaglione Vicenza degli Alpini, il glorioso corpo cui appartiene anche il generale Francesco Paolo Figliuolo il salvatore della patria sierologica. Significa arrivare alle stelle attraverso prove dure. Più dure di così si muore (forse) di virus cinese. Se non fosse che ne va della nostra economia, del futuro di questo Paese e della gente che sempre più arrabbiatamente rassegnata lo popola ci sarebbe di che amaramente ridere. Su AstraZeneca sta succedendo tutto e il contrario di tutto. Ci sono state morti conseguenti a trombosi dopo l’iniezione del siero anglo-svedese e ci sarebbe da fare un ipse dixit alto almeno quanto i Promessi Sposi. Andiamo per ordine. Le Procure aprono le indagini, l’Aifa dice: non c’è correlazione, l’Eima dice state tranquilli, l’Oms sostiene AstraZeneca it’s perfect.

E poi muore un insegnante a Torino e il Piemonte ritira le fiale, lo stesso fanno nelle Marche, e l’Aifa (l’agenzia del farmaco italiano) insiste: nessuna correlazione. Intanto Mario Draghi ha bloccato la spedizione di 250 mila dosi (un’inezia) all’Australia e dunque difende a spada tratta AstraZeneca, ma nel frattempo la gente si è spaventata e non vuole quel vaccino che però ora è l’unico disponibile. Allora tutti i virologi catodici si mobilitano a raccontare che i vaccini sono sicuri e che è da matti non fidarsi. Basta inarcare il sopracciglio e ti pigli la scomunica come non vax. Verrebbe da domandar loro: è un anno che fare del terrorismo mediatico sul virus cinese di cui sappiamo tutto tranne di come si è generato e propalato e ora vi lamentate se la gente reagisce spaventata? Poi d’improvviso il Governo italiano sospende AstraZeneca in via cautelativa seguito da Francia e Germania e tutti sono in attesa dell’oracolo dell’Ema (l’agenzia europea del farmaco) che pure quel vaccino ha autorizzato che dice un’ora prima che i governi blocchino la somministrazione che il siero anglo-svedese è ok. Due ore dopo però si riserva di decidere.

Ma nel frattempo muore una signora che ha ricevuto il vaccino Pfizer e i virologi ci dicono di stare tranquilli. Il caos è totale! L’abbiamo messa volutamente giù in maniera raffazzonata perché bisogna ogni tanto dare conto di come si materializza la realtà. Ed è choccante perché mette plasticamente in evidenza che non ne hanno azzeccata una e che non sanno che pesci pigliare. L’unica misura è chiudere tutto: andava così con Conte va così con Draghi con l’economia che va sempre peggio. Ma una cosa va detta, stavolta a metterci nei guai è l’Europa. Che sui vaccini ha fatto la furba. Lo ha dichiarato ieri, provocando uno sconquasso non da poco negli ovattati palazzi di Bruxelles, il vicepresidente della commissione europea, l’olandese Frans Timmermans che l’ha toccata piano. “E’ vero che – ha ammesso l’olandesone – sono stati commessi degli errori nell’ordinazione dei vaccini a Bruxelles come negli Stati membri, sono pronto a fine della pandemia a fare un bilancio”. Insomma come “nei vestiti nuovi dell’imperatore” favola scritta da Hans Christian Andersen che veniva pure lui dalle terre basse essendo danese Timmermans ha detto: Ursula Von der Leyen è nuda, il che – detto fra noi – potrebbe avere anche un suo lato positivo.

Ma a rivestire di una corazza protettiva la tedescona ci ha pensato subito l’ufficio stampa brussellese avvertendo: Ma che dice Timmermans… Errori? Noi non ne commettiamo per definizione, se ci sono delle cose da migliorare non è nell’acquisto dei vaccini, semmai è nella messa in opera dei sieri e nella produzione”. E’ la solita solfa della Commissione che scarica il barile sulle case farmaceutiche, che – detto sempre fra noi – se ne fregano perché ad esempio ieri AstraZeneca ha fatto un altro bel balzetto in Borsa arrivando a un aumento del 45% da inizio anno. Ma ciò che non si dice è che la Commissione europea ha provato a usare AstraZeneca per colpire la Gran Bretagna rea di lesa europeità dopo la Brexit. Boris Johnson ha ampiamente usato il vaccino britannico messo a punto ad Oxford, è già a quota 25 milioni di immunizzati e si prepara prima dell’estate al liberi tutti e ad una accelerata formidabile dell’economia. L’Europa ha provato a screditare AstraZenica prima per dire che forniva solo Uk, poi a dire che il vaccino ha dei difetti per mitigare il confronto schiacciante tra chi è nell’Unione e perciò nelle peste e chi se ne è andato e perciò, come la Gran Bretagna, viaggia a gonfie vele. Ma si dimentica che proprio la Commissione ha comprato 300 milioni di dosi di quel vaccino e che AstraZeneca è il vero paracadute dell’Europa.

Gioverà ricordare che Roberto Speranza il nostro ministro della (forse) Salute si vantava in estate (e l’ha scritto pure nel suo libo fantasma: perché guariremo, ritirato dalle librerie perché è impossibile sapere se guariremo soprattutto se continua ad andare avanti così questa storia con alto tasso d’improvvisazione) di aver firmato – cosa non vera – l’acquisto insieme a Francia, Germania e Olanda di 400 milioni di dosi di AstraZenica. Per aspera ad astra ministro! E ora siamo qui chiusi in casa ad aspettare che l’Eima che ci ha messo una vita da autorizzare i vaccini ci dica se possiamo riusare AstraZeneca, siamo qui ad aspettare che l’Aifa ci dica se e in che misura si è sbagliata due giorni fa quando diceva che il siero anglo-britannico era perfetto o oggi quando lo ha bloccato, siamo qui ad aspettare di sapere se è ancora una volta colpa degli italiani che si fanno prendere dai dubbi di fronte al siero quando da mesi vengono indotti a vivere nel timor panico. Soprattutto siamo qui a constatare che le imprese defunte hanno toccato quota 800 mila, che i posti di lavoro persi nonostante il blocco dei licenziamenti sono 640 mila, siamo qui con la cassa integrazione che non è arrivata a tutti, siamo qui a contare un milione di persone in povertà assoluta che porta il totale oltre i 6 milioni, oltre il 10% della popolazione. Il fatto è che Mario Draghi comincia a perdere la spinta propulsiva. Sapete da cosa si vede? Dai dati dell’economia.

Due giorni fa la Confcommercio ci ha detto che i negozi, i ristoranti, i bar hanno perso altri 15,5 miliardi di fatturato dall’inizio dell’anno dopo aver archiviato un 20202 a meno 110 miliardi. La Banca d’Italia ci ha fatto sapere che è salito a 2603 miliardi a gennaio con un aumento di 33,9 miliardi che per effetto della contrazione del pil che si è attestato a fine 2020 a 1650 miliardi vuol dire che il rapporto debito/pil è pari al 163%. Una cifra da fallimento. E per ripartire che cosa facciamo? Chiudiamo tutta Italia, consultiamo gli oracoli per sapere se i vaccini sono buoni e i decreti che prima erano ristori e ora sono sostegni restano fermi nel cassetto. La ragione? Non ci sono soldi. Claudio Durigon sottosegretario all’economia in quota Lega continua a spingere perché i sostegni arrivino in fretta, se va bene saranno 4 mila euro a impresa. Nulla, ma in compenso il bis-Conte ha buttato via 7 miliardi nel cash back che va per fortuna a esaurimento. Mario Draghi annuncia altri scostamenti di bilancio, ma la verità è che il virus cinese fa come gli pare e l’unico rimedio che hanno trovato in un anno è chiudere tutto. Attenzione a non farsi ingannare. Ci sarà probabilmente tra un paio di settimane un calo dei contagi: non è per il lockdown è perché il virus va così. Ma non ditelo in giro, rischiate la scomunica. Per aspera ad astra (zeneca) per riveder le stelle – come avrebbe detto Dante di cui si celebra un mestissimo settecentenario – servono prove dure. Ma ogni tanto si dovrebbe anche dare prova d’intelligenza.

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