LEZIONE MAGISTRALE IN PRESENZA. SE LA RIAPERTURA RICOMINCIA DA DANTE

Da parte di una nostra lettrice volentieri pubblichiamo

Giulia De Floris, professoressa di Lettere

Il nostro professore sapeva incantare. In aula- non richiesto- il silenzio dell’attesa… Noi seduti, pronti per gli appunti e la lezione quel giorno cominciò così: “Siamo al quinto canto dell’Inferno e siate molto attenti nell’ascoltare quanto vi premetto, leggerò il canto più tardi. Troverete un uomo del suo tempo, il Medioevo, capace di oltrepassare il tempo, un uomo che, nella sua ineguagliabile poesia rivela desideri, contraddizioni, sofferenza, debolezza, limiti che albergano in ogni uomo. Potremo scoprire meglio insieme hic et nunc il temperamento, le inquietudini, le ribellioni, la passione carnale, le sfumature emotive, sentimenti assurti ad arte, che connotano l’uomo Dante e ci danno la misura della sua grandezza universale.

Era il medioevo ragazzi, non dimenticate. Poco si sa della sua infanzia, sappiamo che decisivo fu l’incontro con Beatrice, come il poeta racconta, lo abbiamo già visto, nella“Vita Nova”. In una festa di ragazzi, l’estasi e il rapimento. Lo splendore e la grazia di una bambina vestita di bianco, aveva solo nove anni, lo accompagnerà nell’intero cammino poetico. Quella Beatrice figlia di Folco Portinari, un grande banchiere fiorentino, sarà infine la donna del suo Paradiso. Il nostro Poeta era nato sotto la Costellazione dei Gemelli e gli uomini del tempo, tutti, credevano nell’oroscopo. Della sua costellazione scriverà nel Paradiso che era “lume pregno di gran virtù”. Brunetto Latini, a quel tempo uomo di “modernità”, quando conobbe Dante e seppe la data di nascita preconizzò per lui grandi cose. Tanto è stato ed è”.

Grazie professor Scala, lei parlava ed io alzavo gli occhi, scrivevo molto molto in fretta, pendevo dalla sue labbra. Ho cercato negli anni di accendere nei miei alunni quella luce che lei ha saputo accendere in me comunicando la grandezza del Divino Poeta.

 Spero oggi nella riapertura delle scuole, dalla materna all’Università, nonostante questa pandemia che ci affligge, e mi auguro che dai banchi di scuola i giovani possano essere illuminati dalla bellezza della cultura e della sapienza del Sommo Poeta, padre indiscusso della lingua italiana.

Nell’immagine di copertina il V Canto dell’Inferno. Paolo e Francesca nell’illustrazione di Gustavo Dorè.

“Amor, ch’a nullo amato amar perdona, mi prese del costui piacer sì forte, che, come vedi, ancor non m’abbandona”.

 Virgilo e Dante nel Purgatorio di Gustavo Dorè

Grafica di Francesco Callegher

0 Points