RIMBALZO VAX SUI VACCINI CON L’EFFETTO DRAGHI MA LA PIAZZA METTE IL NO PASS AL GREEN PASS E SA DI RIVOLUZIONE FRANCESE

Dunque il traguardo, come dice lui, è a portata di mano. Entro luglio arriveremo al 60 per cento della popolazione vaccinata e l’obiettivo dell’80 per cento per settembre è a un passo. Lui risponde al nome del generale Figliuolo e l’annuncio arriva ieri sera perentorio, rinforzo successivo non casuale alle parole del premier in volata per ripristinare l’ordine nel disordine che va in scena in ottanta città dal nord al sud d’Italia, nelle piazze da Torino a Roma, con cartelli e slogan contro la dittatura sanitaria con insulti a Draghi e Speranza al grido “libertà” – Il “rimbalzo vax”, l’effetto delle richieste dei vaccini s’ impenna subito dopo le parole che Mario Draghi pronuncia in conferenza stampa con nuovo e sorprendente ritmo.

Poche frasi, un maestro di comunicazione, roba che nemmeno un tweet di Fedez e Ferragni o della poderosa macchina di Casaleggio e compagnia cantante o del Casalino gufo (che aveva bocciato lo stile di Draghi comunicatore) o dei social invocati da Salvini e Meloni avrebbero in confronto potuto procurare un tale effetto. “Il green pass non è un arbitrio, ma una condizione per tenere aperte le attività economiche. Chi invita a non vaccinarsi invita a morire”. The day after: Matteo Salvini si vaccina e appare sorridente e con una tazzina di caffè fumante, per il famigerato green pass in un giorno schizzano a 250 mila i prenotati mentre i giovani diventano la locomotiva dei vaccini, loro, i vax piu’ convinti e determinati. Insomma, diciamola tutta, piu’ che un effetto è il metodo del premier che spariglia e sorprende i partiti. Matteo Salvini, fedele alleato del premier, dichiara di esserci rimasto male per la sferzata.

Ma appare ormai evidente che i partiti fatichino a comprendere lo schema Draghi, non un arbitro ma un compositore che riesce a ricomporre la tela per evitare il disastro. Draghi districa, sintetizza, decide, provvede. Addirittura twitta senza tweett. I partiti non gli stanno dietro e la dimostrazione è che reiterano sempre vecchi e soliti schemi solo per il mantenimento di sussistenza delle proprie posizioni e si affrettano con prove tecniche di egemonia in rampa di lancio per manovre in prossimità del semestre bianco (periodo in cui il parlamento non potrà essere sciolto in caso di crisi). Dunque gonfiano i muscoli per far rumore ma è solo una scena di forma perché nella sostanza nessuno pensa di far cadere il governo, e a loro, il parafulmine Draghi serve come il pane, perciò giocano a scalpitare.Vedi la ridicola uscita di Conte al quale non torna più il conto. Prova ad alzare la posta con un  “lo faccio cadere sulla giustizia”, prova muscolare pacchiana con tiolo lanciato da Travaglio poi smentito dalle stesso Conte con travaglio. Così Draghi sorvola il Conte e mette i partiti ai supplementari, i calci di rigore sono lontani. Ma analisi politica a parte, il green pass fa scoppiare la piazza. E questa è una notizia cui porre la massima attenzione. Nelle piazze ci sono stati infiltrati e coloro che incitano alla violenza, una cosa che non va minimizzata ma anzi condannata, respinta e controllata, ma ci sono anche le categorie penalizzate, le partite iva, i titolari delle palestre, i ristoratori.

E nei ristoranti fioccano le disdette. Dice Paolo Bianchini, presidente Mio, movimento imprese ospitalità: “Da marzo 2020 abbiamo subito di tutto e di più, ora ci viene chiesto di snaturare la nostra vocazione dell’accoglienza facendoci diventare pseudo poliziotti all’ingresso dei nostri bar e ristoranti” e per questo annuncia la partecipazione a piazza del popolo mercoledì insieme al comitato “Libera scelta”. Un movimento pacifico e corretto che rappresenta 1300 aziende. Molti di quelli che prima si opponevano alle chiusure ora, paradosso, si oppongono al green pass e ci sarà un perché. Ci sono poi i dubbiosi dei vaccini, c’è chi grida libertà e protesta contro la dittatura sanitaria, come la chiamano loro, e contesta il terrorismo che si fa sul covid. Ci sono anche i no vax, gli scettici dei vaccino che si stanno contrapponendo sempre di più al popolo dei vaccinati, la maggioranza, in una pericolosa e dannosa frattura sociale. Di mezzo due categorie di pensiero: l’obbligo e il non obbligo. Vengono additati come populisti con un certo snobismo, ma attenzione perché nelle piazze spicca anche qualche professore di sinistra.

A Torino, in piazza Castello, c’era anche Ugo Mattei,  un noto docente torinese “della sinistra borghese impegnata”, anche molto vicino al Movimento 5 Stelle e candidato alle elezioni comunali con la sua lista e così spara sul green pass ai microfoni del Corriere delle Sera: “Uno strumento subdolo di esclusione sociale. Le libertà civili sono troppo importanti per essere limitate sulla base del sentito dire. Vorrei che il Ministero della Sanità mi rifornisse i dati su vaccinati e ricoveri”. E oltretutto per lui il green pass sarebbe incostituzionale. Un pensiero assai diverso da quello di Romano Prodi che ieri sera la mette così: “Un eventuale obbligo avrebbe giovato all’economia italiana, alla salute, a tutto”. Le manifestazioni in corso? Con snonbismo apostrofa: “Un passaggio lunatico come direbbero gli inglesi”.

Ma c’è da riflettere e molto se Luca Zaia, il governatore coraggioso e pioniere, congela le sospensioni dei medici e infermieri che non si vaccinano. Motivo? Il rischio è quello delle corsie vuote.
Che cosa manca allora in questa Italia che si avvia alla Rinascita, si inorgoglisce della vittoria del calcio nazionale ma si spacca sulla salute e sull’interesse collettivo? Il Green pass deve essere una strada per la libertà e un toccasana per l’economia e va usato con moderazione perché non può essere il tempo per la rivoluzione francese, mentre proprio nella patria della rivoluzione francese, oggi Francia di Macron, si arriva ad un compromesso.

Noi dall’Italia leggiamo della Francia così: “Oltre all’obbligo di vaccinazione per badanti, pompieri o professionisti che lavorano con gli anziani, il progetto di legge prevede un’estensione del pass sanitario (vaccinazione completa, test recente negativo o certificato di guarigione) all’inizio di agosto per caffè, ristoranti, fiere e mostre, aerei, treni e autobus a lunga distanza, e stabilimenti medici. La maggioranza del senato ha rivisto il sistema per renderlo “più chiaro” e “più rispettoso dei diritti umani e delle libertà”. E nel Belpaese che potrebbe campare solo di turismo e dove il turismo soffre a dismisura? Toccherà di nuovo a Mario Draghi trovare la sintesi. Partiti o non partiti, partigiani o non partigiani, populisti o non populisti.

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