BALLOTTAGGI, SCHEDE IN RITIRATA… ULTIMO REGALO GRILLINO

AL PD I COMUNI PIU’ GRANDI, MA QUANTO CONTANO ORMAI I SINDACI?

Non si può dire che a questi ballottaggi per le comunali gli elettori non abbiano seguito le indicazioni dei politici… Alla sfida per il Sindaco di Roma, per esempio, ad aprile scorso emerse la possibilità di uno scontro Zingaretti-Meloni, due leader. Alla fine si sono presentati un ex-ministro trombato da Renzi e un avvocato da corridoio del sottogoverno… se questa è la logica, la gente non va alle urne.

Una svista gravissima soprattutto per un centrodestra che, sapendo di dover attendere almeno tre anni prima delle prossime politiche, avrebbe potuto mettere facce più conosciute nelle sfide che contavano. Invece ha prevalso come sempre la fifa o la presunzione di non doversi sporcare le mani: chi si sente già ministro non sempre esce Papa… Anche perché in un paese governato da un Governatore di banca, affidato alle cure della Ue della Von der Leyen che non ci crea fastidi soltanto se alla guida dei governi ci sono i tecnici… ma quanto conta un sindaco? Quanto contano Sindaci di città come appunto Roma, Milano, Napoli, Torino che sono metropoli irredimibili, non aggiustabili, incontenibili? E quando il ritornello è sempre: “Non ci sono i soldi, non c’è un euro”. Anche i volponi delle mazzette snobbano il Comune, si buttano sulle mascherine cinesi e incassano milioni senza che i magistrati possano trovare un capo d’imputazione pesante come la corruzione…. Si rischia l’incauto acquisto, l’abuso d’ufficio… robetta.

E poi c’è la ferita profonda che ci metterà anni a rimarginarsi. Non crediate sia tornato il bipolarismo, gli italiani non lo amano. E’ che l’elettore medio e quello delle periferie, quello sanguigno, che chiede parole d’ordine chiare e nette, quello che si muove per un sogno di cambiamento, non si è ancora ripreso dal bruciore provocato dalle coltellate grilline. L’onestà, l’uscita dall’euro, l’uno vale uno e tutte le centinaia di cazzate raccontate da Grillo e i suoi accoliti, poi rimangiate, digerite e rifatte non in anni, ma in poche decine di giorni non passano.

Non basta cambiare idea  soltanto dando il voto a un altro e riducendo il Movimento cinque stelle alla marginalità.  Virginia Raggi – se ricordiamo era del 5Stelle – vinse il ballottaggio a Roma con il 67,15%, Chiara Appendino sconfisse Fassino a Torino con il 54,6%. In pochi mesi entrambe si sono viste sfaldare il loro mondo intorno e sono diventate perfette interpreti del nulla espresso da un Movimento che in tre anni non ha fatto altro che riconsegnare il potere a quello che odiavano come “il partito di Bibbiano”. Le sindache andranno a nascondersi, spariranno, passerà. Intanto però  la gente resta a casa senza schierarsi, a leccarsi le ferite.

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