PUNTUALE, ARRIVA LA PROPOSTA DI MANDARE IN SOFFITTA IL “GREEN PASS”

BECONOMY LO AVEVA ANTICIPATO: IL GENERALE FIGLIUOLO DA’ VOCE ALLE INTENZIONI DEL GOVERNO

Entro 30 giorni si potrebbe raggiungere il 90% di persone vaccinate, secondo Francesco Figliuolo, commissario alle vaccinazioni: “e allora il governo probabilmente penserà a qualcosa che potrà andare verso un alleggerimento delle misure come l’obbligo di Green Pass”. Sempre secondo Figliuolo si procede a 60-70mila prime inoculazioni al giorno. Con questo trend a metà novembre si potrebbero aggiungere altri due milioni di vaccinati ai 45 milioni di persone già inoculate. E arrivati al 90% degli over 12 la soglia di sicurezza sarebbe raggiunta. Liberando così la popolazione dalle restrizioni.

È la conferma delle voci che ci erano giunte da Palazzo Chigi un paio di settimane fa e che avevamo pubblicato su Beconomy. Il commissario dà voce al governo che dopo aver avviato la pratica del certificato negli uffici e nei posti di lavoro, dopo aver  placato le piazze, dopo aver messo dietro le spalle i ballottaggi è convinto di aver adempiuto al primo punto che aveva portato alla nascita dell’esecutivo Draghi: fermare l’epidemia virale. Il premier non ha pagato grandi pegni all’azione di governo, mantiene intatto il suo aplomb e il suo consenso. Anche l’Europa guarda a lui – forte di una ripresina più affermata che reale – come uno dei futuri leader della Ue. Insomma, a meno di gravi e improvvise recrudescenze del virus, è il caso di concentrarsi sulle modalità per l’incasso dei fondi europei del Recovery.  Gli staff ministeriali sono pancia a terra per portare a conclusione i 51 progetti che dovrebbero, nei prossimi anni, dare una solida base economica al rilancio dell’economia.

L’unico a rischiare è il ministro della Salute, Speranza, negli ultimi giorni molto defilato. Ci sono due inchieste che lo potrebbero coinvolgere e travolgere insieme con l’ex-premier Conte: quella nel quale è indagato Domenico Arcuri per peculato e abuso d’ufficio sull’acquisto delle mascherine e quella sulle morti di Bergamo, a inizio pandemia, ancora molto sotterranea, ma ben incardinata nell’impianto accusatorio. Se ci fossero conti con la giustizia da sistemare, Draghi non ne sarebbe sfiorato, ma il vecchio gruppo dirigente sarebbe in forte imbarazzo e ancora più debole che mai. Cosa che al premier non dispiacerebbe.

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