URSULA SI ALLISCIA DRAGHI E L’ITALIA PER PAURA DELL’INFLAZIONE. IL “CIGNO NERO” INCOMBE ANCHE SULLA BCE

Tutto bene Madama la Marchesa. La Marchesa è Ursula e il re sole Mario Draghi. La commedia delle parti è questa, ma la sceneggiatura è vasta e lo sceneggiato Quirinale ad un passo da noi, con il conseguente “rumore” che ne deriva. Ora per l’Economist l’Italia diventa il “Paese Migliore”, tutti blandiscono Draghi, il salvatore dell’Europa.

E già! Ma cosa c’è dietro gli “smoderati” complimenti a Mario Draghi di Ursula, dietro l’endorsment del Financial Times che vede Draghi più utile all’Italia come capo di Stato? “L’economia dell’Italia sta crescendo più in fretta che in qualsiasi altro momento, grazie alla solidarietà europea e alla capacità dell’Italia di gestire la pandemia”. Così la presidente della Commissione Europea, inaugurando nei giorni scorsi l’anno accademico dell’Università Cattolica di Milano nella celebrazione dei suoi 100 anni. Ad ascoltarla in  adorazione anche Mario Monti e Romano Prodi. E quasi in sincronica coincidenza gli accreditamenti e i plausi internazionali. Ma, a ben guardare il caso, ecco il “cigno nero” di tremontiana memoria che aleggia. Cos’è?

Ma l’inflazione, ovviamente. Una inflazione non più “transitoria” come affermano i maggiori commentatori economici ma che – come mette in chiaro una disarmante Lagarde, ex Presidente del FMI e attuale presidente della Bce -“durerà di più, le previsioni d’inflazione sono state riviste a rialzo, ma l’inflazione è ancora proiettata ad attestarsi sotto al nostro target del 2% nell’orizzonte temporale di riferimento (2024)”. Traduzione: rischiamo ancora nei prossimi anni di avere un’inflazione inferiore al 2% e quindi “una politica monetaria accomodante è necessaria per stabilizzare l’inflazione al target del 2% nel medio periodo”. Seconda traduzione: anche la Federal Reserve e la Banca Centrale Europea tremano.

Altro dato: ieri, lunedì nero delle borse europee con Omicron che tiene sotto scacco i mercati. Ecco quindi che, per le élite finanziarie, l’Italia sotto il cappello di Draghi diventa il parafulmine momentaneo perfetto da usare. E poco importa se i dati dicono, l’Ocse dixit, che a brevissimo saremo il Paese più indebitato del mondo spremuto dal fisco con una riforma fiscale “che non basta” come ha calcato la mano il presidente dell’Istat Blangiardo: Insomma, sconticino Irpef, briciole, visto che al 30 per cento dei contribuenti non arriverà nemmeno un centesimo e distribuendo spiccioli non può esserci alcun effetto leva per l’economia. Ed ecco che in questo contesto si agitano la scena e il retroscena della politica. Su tutti, un dato e un rumore dell’economia reale: Mario Draghi al Quirinale? L’inflazione dice no. Vi diremo tutto nella puntata di Pop Economia in onda oggi a partire dalle 16.35 su radiorpl.it con l’economista Marcello Gualtieri. Come sempre, tutto sull’economia che verrà.

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