LA GUERRA A UN PASSO. APPESI ALLO ZAR MENTRE L’INFLAZIONE AZZANNA CONTI E RISPARMI

Guerra o pace? La mossa a sorpresa dello zar di fronte un’Europa naneggiante innesca la scintilla di guerra. E la domanda iniziale sembra portare ad un’unica risposta: l’ignobile guerra. Ieri Putin ha riconosciuto l’indipendenza dei separatisti del Donbass – le due Repubbliche secessioniste russofone di Donetsk e Lungansk in quanto Stati indipendenti  firmando il decreto con cui le riconosce come entità indipendenti. Vengono riconosciuti con i rispettivi presidenti accordi di “amicizia e mutuo soccorso”. Lo spettro di una guerra tra Russia e Ucraina si materializza e le speranze delle soluzioni diplomatiche sempre più lontane.

L’atto del capo del Cremlino è l’escamotage per poi ordinare l’invio di truppe nella regione del Donbass con lo scopo, è la versione del Cremlino, di “assicurare la pace”. L’abile “zar”, che agita la guerra fantasma da giorni, parla alla nazione e scatena la condanna di tutti i leader occidentali. “L’Ucraina ha già perso la sua sovranità”, diventando serva “dei padroni occidentali”, ha attaccato lo zar. Per poi accusare la Nato di essere già praticamente presente sul territorio ucraino, minacciando direttamente la sicurezza della Russia.

Joe Biden chiama subito il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Emmanuel Macron. Gli Stati Uniti annunciano le prime sanzioni su investimenti e commercio nel Donbass, alle quali se ne aggiungeranno ovviamente altre. L’Unione europea si accoda, con il presidente di turno Macron che per il momento parla di misure “mirate”. Anche Londra, ha fatto sapere la sua ministra degli Esteri Liz Truss, annuncerà un’ulteriore stretta verso la Russia. E ora cosa accadrà? Lo scenario è inquietante.

E come peggiorerà in Italia il quadro economico? Con la guerra l’inflazione aumenterà dell’1% e le conseguenze che la crisi ucraina può avere per l’Europa e per il nostro paese sono pesantissime perché la crisi Ucraina terrorizza i mercati. Il futuro più nefasto porterebbe Usa e Ue a sanzionare la Federazione russa, cosa che comprimerebbe ulteriormente l’offerta di materie prime, fino ad innalzare di un intero punto percentuale l’inflazione. Mentre c’è un altro falco in azione, quella tassa occulta che azzanna i risparmi e che non è che l’inflazione.

Un tassa come spiega Lando Sileoni- il numero uno del principale sindacato bancario nazionale, la Fabi- che è oggi al 4,8% – e corrisponde a una tassa occulta sui conti correnti da 76 miliardi di euro, calcolata sul totale complessivo di 1.604 miliardi lasciati in banca dalle famiglie italiane. In sostanza “ogni persona che ha i soldi sul conto corrente è come se perdesse il 4,8% di potere d’acquisto e quindi ha comunque un effetto negativo diretto anche, ma non solo, sui consumi”. Insomma- spiega ancora- Sileoni- “una tassa fantasma da 80 miliardi di euro e che sta uccidendo  i risparmi degli italiani. Una cifra pari a oltre 10 volte quella appena stanziata dal governo per contenere le bollette e incentivare l’auto”.

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