MOSSA SHOCK DI PUTIN: LO ZAR CI FA PAGARE IL GAS IN RUBLI, SI SCALDI CHI PUO’. E IL RUBLO SI RIALZA
La mossa shock di Putin suona come una bomba sull’economia. La guerra del gas è appena cominciata, si salvi, o si scaldi chi può. D’ora in poi chi vorrà il gas russo dovrà pagarlo in rubli. Lo ha annunciato lo zar stesso. Putin cala la carta che può fa male all’Europa e agli Stati Uniti visto che- ordina- non saranno più accettati né dollari né euro. Una politica usata contro i paesi “ostili” e da applicare, secondo Putin, il “prima possibile”. E ora cosa accadrà? Putin dice che continuerà “a fornire gas naturale in base ai volumi, ai prezzi e ai principi di tariffazione fissati nei contratti conclusi in precedenza”.
Dopo le parole dello zar ecco rialzarsi il rublo e il prezzo del gas. E’ lo stesso Mario Draghi a dare la notizia del rialzo. “La richiesta di pagamento in rubli ha fatto salire il prezzo del gas di 15 euro/MWh” – dice il premier- nel suo intervento in aula al Senato. Draghi non commenta la notizia ma a parlare è Francesco Giavazzi, consigliere del premier: “La mia opinione è pagare in euro, farsi pagare in rubli sarebbe un modo per aggirare le sanzioni, quindi penso che continueremo a pagare in euro”. Ed ora la Ue dovrà correre ai ripari. Ecco alcuni numeri su cui riflettere, aspettando la contromossa degli Stati Uniti in risposta allo zar. Un embargo? Le prossime ore potranno essere decisive.
LA UE E IL BIOMETANO
Nel 2021 l’Ue ha importato il 45% del gas dalla Russia, ma con il piano REPower Eu Bruxelles punta a sostituire il 20% dell’import russo di gas con il biometano (35 miliardi mc entro il 2030) e altre fonti rinnovabili. In generale l’obiettivo è ridurre la dipendenza dal gas russo di due terzi entro la fine di quest’anno, affermano da Bruxelles.
LA GERMANIA IN PANNE
Nel 2020 la Germania importava dalla Russia circa il 65% del gas (dati Iea) pari a 42,6 miliardi di metri cubi. Dal 2011 La dipendenza energetica tedesca nei confronti della Russia si è allargata. A seguito dell’evento, Berlino ha deciso di uscire dal nucleare, incrementare l’import di gas dalla Russia con il Nord Stream 2 e puntare forte sull’eolico offshore.
Il BELGIO SI ORGANIZZA
Stessa politica quella del Belgio che a seguito della crisi ucraina ha deciso di estendere di dieci anni la produzione di energia nucleare.
E L’ITALIA?
L’Italia è il secondo Paese, dopo la Germania, maggiormente dipendente dal gas di Mosca. Importa il 38% del gas che consuma, pari a circa 29 miliardi di mc. La dipendenza è aumentata negli anni: nel 2012 la percentuale era intorno al 30%. La produzione nazionale è scesa ai minimi. li altri maggiori fornitori sono l’Algeria (27,8% del totale), l’Azerbaigian (9,5%), la Libia (4%). Il 13% del fabbisogno arriva invece sotto forma di Gnl prevalentemente dal Qatar.