WHAT’S UP ? CHIEDI A TELEGRAM, LA GUERRA SULLA APP DEL RUSSO DUROV USATA DAL 70 PER CENTO DEGLI UCRAINI

Un telegramma? Molto di più. Il suo “papà” è il russo Pavel Durov. E la sua creatura, telegram, l’app di messaggistica, ha ricevuto a marzo scorso 1 miliardo di dollari dagli investitori (attarverso le obbligazioni vendute a una serie di investitori di tutto il mondo). E’ telegram, la gettonata app “segreta” (si può usare in varie modalità, compreso il timer) dove ora si racconta la metà faccia della guerra. Ci si scambia video, informazioni, messaggi.

È usata dal 70 per cento degli ucraini ed è ormai fonte di informazione e comunicazione fondamentale dopo che sono state distrutte infrastrutture, radio, tv. Ma neanche telegram, usata da 550 milioni di utenti in tutto il pianeta, che nelle sue chat può accogliere fino a 200 mila membri, con i suoi canali super seguiti da un enorme flusso di persone, però, in questo contesto, è ritenuta non sicura. Usa telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky che proprio qui aveva già condotto buona parte della campagna elettorale del 2019. Pensare che Durov a dicembre scorso aveva detto: “Vogliamo che milioni di creatori e piccole aziende che usano Telegram abbiano successo nel loro business e arricchiscano l’esperienza di tutti i nostri utenti”.

Curiosità: di 150 milioni di dollari ricevuti- si legge sui siti specializzati- 75 milioni sono arrivati da Mubadala Investment Company, fondo sovrano degli Emirati Arabi Uniti con sede a Abu Dhabi, che ha sottoscritto obbligazioni convertibili pre-Ipo a cinque anni di Telegram. Altri 75 milioni sono stati investiti da Abu Dhabi Catalyst Partners. Secondo quanto riportato da Reuters, in seguito a questi accordi, Telegram aprirà una sede a Abu Dhabi, che sarà la base di partenza per l’espansione nella regione araba. Abu Dhabi e Dubai, proprio quei paradisi dove sono gli oligarchi, proprio loro che avevano pronto da tempo il piano B. Quale sarà quello C?

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