LA GUERRA SPAZZA VIA L’IDEOLOGIA DI “MERCATI” E SPREAD

Borse a picco, differenziale Bund/BTP a 170, ma nessuno se ne cura. Quello che un tempo faceva scalpore oggi è silenziato.

  

La guerra spazza via anche l’ideologia dei “mercati”. Così attesi e corteggiati in tempi passati, gli investimenti stranieri e italiani sulle nostre imprese sembrano non avere più peso. Lo “spread” BTP/BUND in sette giorni è salito di dieci punti, da 160 a 170 punti base: significa più debito pubblico.

L’indice sui Buoni del Tesoro negli anni schiacciò il governo Berlusconi, impedì la nascita del governo Bersani, azzoppò Letta e Renzi e ha creato imbarazzi anche al governo gialloverde uscito dalle elezioni. Oggi nessuno se ne cura. Impegnati come siamo a prendere le parti di uno dei contendenti in una guerra che dopo sessanta giorni francamente non è più la nostra se nessuno vuole la pace,  i mancati investimenti stranieri che facevano spalancare la bocca di indignazione a tanti esperti e politici sono rimasti senza una voce. I dati: L’indice Nasdaq di Wall Street ha chiuso a – 2,55%, Londra perde il – 1,39%, Parigi segna -1,99%. Segue il Nikkei di Tokyo con un – 1,63%. E così via, tutto in rosso… tra le materie prime il Petrolio scende del – 2,7%  sotto i cento dollari al barile e il gas del -6,61% ma noi non sappiamo dove approvigionarci. Anche i titoli tecnologici soffrono: Amazon e Tesla perdono rispettivamente -2,66% e -0,37 % nonostante Elon Musk abbia presentato giovedì notte la trimestrale che indica che pur con le difficoltà della pandemia il primo trimestre 2022 ha portato 18,756 miliardi di dollari di ricavi pari ad una crescita dell’81% rispetto allo stesso periodo del 2021 (10,389 miliardi di dollari). Così anche le Criptovalute che, volatili per natura hanno avuto dei tonfi che le hanno respinte indietro di un paio di mesi,  con il Bitcoin che ha perso 4000 $ di valore e galleggia appena sotto i 39mila dollari.

Materie prime, prodotti di trasformazione e strumenti finanziari perdono  vigore perché tutti hanno paura che la nuova ondata di Covid in Cina faccia flettere la domanda, mentre dalla Russia Putin minaccia di agganciare il Rublo all’oro per avere una moneta valida per gli scambi internazionali. Un sogno che non si avvererà, ma che fa dire a qualche commentatore che ormai il dollaro come moneta di scambio si regge solo sulla punta delle bombe americane e che l’asse a Est, con Cina e India potrebbe davvero nel tempo creare strumenti finanziari per sganciarsi dall’economia globalizzata. E l’Europa? Resta una “potenza erbivora”, come l’ha definita con acume Federico Rampini, che si muove tra Velociraptor affamati di carne e assetati di sangue, senza avere nessuno strumento per reagire alla sua imperizia. Qui si è pensato che si potesse comprare tutto fuori e che noi avremmo gestito le risorse finanziarie di tutto il mondo traendone benefici e mirando alla transizione ecologica. I fatti ci smentiscono e ci resta in mano un euro  che ogni giorno perde terreno sul dollaro e  che sta diventando pericolosamente una moneta a rischio tra inflazione e rischio stagflazione.  

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