ITALIA PIU’ VECCHIA E SENZA FEDE: FAMIGLIE SEMPRE PIU’ DEPRESSE PER L’INFLAZIONE

Silenzio parla l’Istat. E il leitmotiv non cambia, anzi peggiora. Cosa c’è di nuovo sotto il grande schermo dell’inflazione? Tre sono i dati. Il Paese invecchia di più e meglio con i centenari ormai “popolazione in aumento” (sono oltre 17mila i nonnini che festeggiano i 100 anni) ma crolla la fiducia delle famiglie. Continua a salire, invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 111 a 113,6 punti con il secondo aumento consecutivo.

Cominciamo dalla prima. Una buona novella che ha il sapore di un tempo antico e che fa ben sperare nella lunga vita dei nonnini d’Italia. Sono oltre 17 mila gli ultracentenari, la maggior parte donne. Il report “Centenari in Italia, una popolazione in aumento” evidenzia come gli over 105,sono stati meno colpiti dal Covid rispetto alle altre fasce d’età. al 2009 al 2021 sono 7.262 le persone che hanno raggiunto o superato la soglia dei 105 anni, di cui solo 851 uomini e 6.411 donne. Ben 1.111 di loro erano ancora vivi nel 2021 e l’incremento di questa popolazione è in costante aumento. Si è passati da 472 individui viventi a gennaio 2009 ai 1.111 del 2021 (+135,8%). Il 90% della popolazione che ha raggiunto o superato i 105 anni è composta da donne che risiedono soprattutto al Nord Italia. La regione con il rapporto più alto tra popolazione di 105 anni e oltre e il totale della popolazione residente è il Molise (4,1 per 100 mila), seguita da Valle d’Aosta (3,2 per 100 mila), Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Abruzzo (3,0 per 100 mila in tutte e tre le regioni).

La seconda notizia è assai meno buona e racconta dei consumatori depressi. L’Istat stima una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori a giugno (da 102,7 punti a 98,3) che lo porta al livello più basso da novembre 2020. Tutte le componenti dell’indice di fiducia dei consumatori sono in calo. In particolare il clima economico e quello corrente registrano le diminuzioni “più marcate”. Per le famiglie, il clima economico scende da 103,6 punti a 93,9, quello corrente da 104,6 a 97,9. Il clima personale flette da 102,4 a 99,8 e il clima futuro passa da 99,8 a 98,8. L’Istat segnala un diffuso peggioramento di tutte le variabili che entrano nel calcolo dell’indicatore ad eccezione di quelle riferite al risparmio (opportunità di risparmiare nella fase attuale e possibilità di risparmiare in futuro.

Le imprese invece registrano il valore più elevato della fiducia da dicembre 2021 “con progressi in ogni comparto a partire dai servizi di mercato”
«A maggio 2022 prosegue, ininterrotta da inizio anno, la crescita congiunturale dell’export verso i paesi extra Ue trainata in particolare dalle vendite di beni strumentali e intermedi», per l’Istat che registra una crescita dell’export italiano del 4,7% rispetto ad aprile e un lieve calo per le importazioni (-0,8%).

Su base annua, la crescita dell’export segna una decisa accelerazione (+26,2%, era +11,9% ad aprile) e dipende per un terzo dall’incremento delle vendite verso gli Stati Uniti (+42,6%). L’import registra una crescita tendenziale più intensa (+67,9%), anch’essa diffusa a tutti i raggruppamenti e molto elevata per energia (+182%).
E Il deficit energetico? “Si amplia sensibilmente raggiungendo nei primi 5 mesi dell’anno quasi 40 miliardi. “L’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici è elevato e in aumento rispetto a un anno prima”.

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