BTP AL 3 %: DEBITO PUBBLICO MACIGNO RIMOSSO DAI DUELLANTI IN CAMBIO DI PROMESSE ELETTORALI

Dopo essere scomparso per oltre due anni dal dibattito, credo che il tema del debito pubblico dovrebbe essere posto al centro dei programmi elettorali di qualunque forza politica minimamente responsabile. Ma così non sembra, si susseguono promesse irrealizzabili.

Già prima del Covid i conti pubblici erano fortemente compromessi dalla crescita del rapporto debito-pil sostanzialmente ininterrotta negli ultimi vent’anni; nell’emergenza pandemica il rapporto debito-pil è cresciuto in misura maggiore rispetto a quella di tutti gli altri paesi europei, e ciò nonostante non ci sia stata una corrispondente crescita delle misure di supporto pandemico (sono stati infilate nei decreti Covid spese che nulla avevano a che fare con la crisi, come i miliardi dati alla nuova Alitalia-Ita, il cash back di Stato ed un’infinità di ridicoli bonus).

Adesso è inutile piangere sul latte versato, i soldi spesi certamente non potranno rientrare, bisogna però porre massima attenzione al futuro del debito pubblico: la fiammata inflazionistica ha bruscamente cambiato il panorama e oggi il rendimento del Btp decennale è circa il 3%, un tasso insostenibile per lo Stato.
Bisognerebbe dunque andare in televisione e dire chiaramente che lo Stato, inteso come soggetto economico, non ha le risorse (cioè i soldi) per pagare tutti i servizi che si è impegnato negli anni ad erogare. Ancora oggi (nonostante l’emergenza pandemica sia considerata superata da un punto di vista monetario) la Bce li sta prestando allo Stato italiano in misura superiore a quanto proporzionalmente spettante.

Difatti, giunti a scadenza Titoli emessi dai vari Stati europei, il ricavato è stato reinvestito dalla Bce con grande vantaggio dell’Italia. Precisamente con i rimborsi ha comprato 15 miliardi in meno di titoli tedeschi, e 10 miliardi in più di titoli italiani ( dal punto di vista del contribuente tedesco non è entusiasmante). Allora bisognerebbe raccontare chiaramente agli italiani che lo Stato non potrebbe erogare i servizi essenziali per la vita dei cittadini senza questo supporto, che nel futuro sarà (giustamente) subordinato alla valutazione oggettiva di sostenibilità del debito e della sua traiettoria tendenziale.

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