LA DURA REALTÀ DEI NUMERI SPAZZA VIA I POPULISMI, AVVISO AL NUOVO GOVERNO
La realtà delle cifre finisce sempre per imporsi
Ciò che conta è la realtà economica e non le vuote parole dei populismi. Lo insegna la cronaca di questi giorni su Turchia, Gran Bretagna e Spagna
Turchia. Al vertice di Astana, Recep Tayyip Erdoğan voleva accreditarsi come il leader di una potenza mondiale in grado di mediare tra Russia e Ucraina. Ma quando il despota del Cremlino gli ha diabolicamente buttato sul tavolo la possibilità di far diventare la Turchia l’hub del gas russo, Erdogan ha abbandonato ogni velleità, abbagliato dal miraggio (tale è) di una boccata di ossigeno per l’economia turca, schiacciata dai debiti in valuta e da una inflazione prossima al 100% (per sua responsabilità).
Gran Bretagna. Continua la deriva populista e suicida iniziata con il referendum sulla Brexit, falsato dalle fake news e che dopo sei anni ha portato all’autodistruzione di quattro governi (mai successo nella patria della democrazia maggioritaria) e l’allontanamento dell’economia Uk dalle performance della Ue. Prima del referendum Brexit, il Pil Uk era pari al 90% di quello tedesco, oggi è pari al 70%. L’ultimo Premier, Liz Truss, è durata solo 45 giorni, dopo aver varato una manovra economica monstre senza indicare la copertura delle spese, e già aveva dovuto richiamare a Londra dagli Usa (dove partecipava al vertice del Fondo Monetario) il ministro dell’economia Kwasi Kwarteng per licenziarlo, nel tentativo (vano) di placare la tempesta sulla sterlina e sul debito pubblico inglese, diventato rischioso come quello italiano (e per di più senza la Bce).
Spagna. Pochi anni fa era parte del gruppo dispregiativamente indicato come PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna appunto) per l’eccesso di debito pubblico e la scarsa affidabilità finanziaria. Oggi il suo debito pubblico è già rientrato ai livelli pre Covid ed i suoi titoli escono dal paniere di titoli a maggior rischio nell’area euro.
Conclusioni pratiche per il nuovo Governo:1) non si possono promettere nuove spese se prima non si riduce l’inflazione e il rapporto debito-pil; 2) non si possono proporre riforme fiscali se non si indica concretamente come si coprono le mancate entrate; 3) non si può pensare di ridiscutere il Pnrr se non si rispettano gli impegni con la Ue.
- Marcello Gualtieri Economista