PROCESSO CATTELAN, LA SENTENZA CHOC. MA CI SONO PRECEDENTI ILLUSTRI
Il collezionista mascherato Broskyrat, in questa pillola di Bella da Broschi, chiede la vostra opionione sul processo che ha subito uno tra i più importanti artisti italiani, Maurizio Cattelan, citato in giudizio per violazione della proprietà intellettuale dallo scultore Daniel Druet. L’artigiano, che aveva lavorato con Cattelan dal 1999, chiedeva di essere riconosciuto come il creatore di otto sculture in cera, resina poliestere e fibra di vetro – tra cui La Nona Ora e Hitler – realizzate tra il 1999 e il 2006 su incarico dell’artista italiano.
La III Camera del Tribunale di Parigi ha però respinto la sua causa con una sentenza che di fatto va a sciogliere un contenzioso senza precedenti nel campo dell’arte contemporanea: chi è l’autore di otto opere immaginate da un artista concettuale, ma plasmate da uno scultore di cera? Il caso ha visto avvocati francesi e internazionali dibattere sul significato dell’arte concettuale e sul riconoscimento del ruolo di assistenti e artigiani nel contribuire alla realizzazione delle opere sotto la direzione dell’artista. L’ottantenne Druet ha affermato di non essere mai stato giustamente nominato creatore di alcune delle opere più famose di Cattelan, realizzate tra il 1999 e il 2006, e per le quali entrambe le parti hanno riconosciuto che era stato pagato. La galleria Perrotin ha sottolineato che Druet è stato pagato più di 141.000 euro per il suo lavoro con Cattelan nel corso della loro collaborazione.
La sentenza è stata emessa, ma voi chi considerate l’autore di un’opera d’arte? L’artista che ha avuto l’idea o l’artigiano che l’ha realizzata? E ancora: un artigiano esecutore di un mandato può legittimamente poi rivendicare la paternità di un’opera d’arte realizzata su commissione per un artista?
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Processo Cattelan, la sentenza choc. Ma ci sono precedenti illustri