LA CRESCITA DEGLI OCCUPATI NON OCCUPA IL PIL: DATI NON CONVINCENTI

L’Istat ha comunicato che il numero di occupati, a novembre 2023, supera quello di novembre 2022 del 2,2% (+520mila unità). Ovviamente è una buona notizia, tuttavia è doveroso esercitare un razionale scetticismo su questi dati. Vediamo il perché.

Il Pil è cresciuto nel 2023 dello zero virgola qualcosa; come è possibile che l’occupazione sia cresciuta del 2,2%?  Più in generale e più nel lungo periodo, il Pil dell’Italia è grosso modo è oggi pari a quello del 2004-2005, inferiore a quello del 2007. Come è possibile che l’occupazione sia al suo massimo storico?

Ricordiamo preliminarmente che statisticamente è considerato occupato chi svolge nella settimana di riferimento almeno un’ora di lavoro retribuito, e quindi più che al numero degli occupati occorrerebbe guardare alle ore lavorate e alle retribuzioni. Ciò detto, le possibilità che l’occupazione possa crescere più del Pil sono solo due.

La prima possibilità è che si siano lavorate meno ore in totale. Questa è stata per lunghi anni la caratteristica del lavoro in Italia (tecnicamente definita lo slack del mercato del lavoro): aumentava il numero degli occupati, ma ognuno di questi lavorava meno ore. Ma Istat ha comunicato che nel primo trimestre del 2023 sono cresciute anche le ore lavorate, per la prima volta superiori a quelle del 2010 (vedi Italia Oggi del 17 giungo 2023).

La seconda possibilità è che sia calata la produttività del lavoro (e questo sì che sarebbe un vero disastro!): a parità di lavoro prestato si produce meno output. Ma Istat ci dice che non è così, perché la produttività del lavoro è cresciuta, di poco, molto meno che nella Ue, ma è cresciuta (Italia Oggi del 16 dicembre 2023.)

In queste condizioni, la crescita degli occupati rimane un dato inspiegato ed imperscrutabile. Già da tempo avevo sollevato uno scetticismo sull’attendibilità generale dei conti pubblici in Italia, scetticismo che viene sempre più condiviso da analisti ed economisti eminentissimi, motivo per cui sarebbe assolutamente indispensabile che il Presidente dell’Istat si presenti alle Commissioni Parlamentari competenti per fornire i chiarimenti richiesti. La partita in gioco è rilevatissima, ne va della credibilità del Paese.

* Economista

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