EUROPEE FARSA, TEMI E PROGRAMMI NON PERVENUTI

Oggi e domani gli italiani andranno a votare per il rinnovo del Parlamento Europeo. Onestamente non riesco a capire su quali basi si possa fondare la scelta degli elettori italiani considerando che le problematiche di competenza del Parlamento Europeo sono rimaste completamente al di fuori di ogni proposta elettorale. Eppure, sono competenze importanti, anche se le decisioni più rilevanti vengono prese dal Consiglio d’Europa, composto dai capi di Governo.

Particolarmente assenti sono rimaste poi le proposte sui temi economici, il che è quantomeno singolare, atteso che la più importante istituzione che unisce gli Stati membri è l’Euro. E proprio dall’Euro bisognava partire, prendendo spunto dal fatto che questa moneta si è imposta in pochissimi anni come una delle monete più affidabili del mondo, nonostante la sua costruzione sia imperfetta ed ancora incompiuta, poiché mancano l’unione bancaria, le politiche fiscali comuni e persino un ministro dell’Economia europeo. Gli operatori di tutto il mondo hanno riconosciuto il successo della moneta perché i Paesi aderenti condividono i valori su cui si basa il nostro modello di società, di cui il mercato stesso, con le sue regole, è una delle manifestazioni più rilevanti.

Nonostante ciò, non si sono registrate proposte su temi economici legate alle competenze del Parlamento europeo. Eppure, era anche facile individuare pochi grandi temi sui quali convergere. Ad esempio, i rapporti con la Cina, un colosso che solo la Ue può fronteggiare, visto nessun singolo Paese, da solo, può sedersi al tavolo delle trattative. E la Ue, pur con i suoi limiti, ha fatto la sua parte, ad esempio varando lo scorso luglio il Foreign Subsidy Regulation, un regolamentazione che consente alla Commissione di contrastare le distorsioni causate nel mercato europeo da società extra Ue che godono di aiuti di Stato. Non è teoria, ci sono già le prime applicazioni: a seguito delle investigazioni condotte, il primo produttore mondiale di treni, i cinesi di CRRC, si è ritirato da una gara per la fornitura di 20 treni in Bulgaria, così come altre 2 aziende cinesi si sono ritirate da una gara pubblica in Romania per la realizzazione di un parco fotovoltaico.

* Economista

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