DEBITO PUBBLICO, UNA ZAVORRA DA 8.800 EURO AL SECONDO

Nel primo trimestre 2024 il debito pubblico italiano ha raggiunto quota 2.895 miliardi, aumentando di 46 miliardi rispetto al 31 gennaio 2024.

Le cifre sono talmente enormi che per comprenderne lo spessore e soprattutto la dinamica è necessario sbriciolarle. Dal 31 gennaio 2024 il debito è aumentato di 766 milioni di euro al giorno; 32 milioni all’ora; 530 mila euro al minuto. 8 mila 800 euro al secondo. Fermiamoci un attimo a riflettere su queste cifre. Il tempo di tirare il fiato e sono volati altri 20/30 mila euro.

Fortunatamente la dinamica non è sempre così esplosiva (diverrebbe in poche settimane insostenibile), ma questo è quello che è realmente accaduto, non sono stime o proiezioni: sono dati storici. Non possono esserci opinioni sul punto. Solo riflessioni sui dati.

Il tutto è andato ad incrementare uno stock di debito pubblico che al 31 gennaio 2024 era pari a 2.849 miliardi, il che vuol dire 68.000 euro di debito per ogni contribuente, o se preferite 48.000 euro per ogni italiano compresi neonati e clochard.

Su questo stock di debito, lo Stato, o meglio, i contribuenti italiani, hanno pagato nel 2023 circa 80 miliardi di interessi passivi. Una somma superiore a tutta quella spesa per l’istruzione e la scuola di ogni ordine e grado: dalle materne all’Università.

Fin qui i dati storici, passiamo alle previsioni. Per la fine del 2024 il debito pubblico è dato ancora inesorabilmente in crescita, anche se a ritmi inferiori; decelerazione aiutata (molto marginalmente) anche dalla sforbiciata ai tassi d’interesse varata nelle scorse settimane dalla Bce. Il valore finale per fine anno dovrebbe assestarsi intorno ad un valore inferiore, anche se non di molto, alla soglia psicologica dei 3.000 miliardi di debito. Questa soglia psicologica sarà purtroppo comunque raggiunta e superata nei primi mesi del 2025, fatto impensabile appena qualche anno fa. Contestualmente il Pil registrerà per il 2024 e il 2025 una crescita molto modesta ( zero virgola, un altro nostro grande classico) il che – come del resto pacificamente ammesso nei documenti del Governo – lascerà il famoso rapporto debito-pil sostanzialmente fermo nel medio periodo su livelli difficilmente sostenibili.

*Economista

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