L’ONU ATTACCA IL MENU’TRICOLORE LA LEGA RISPONDE MANGIA COME PARLI

Il made in Italy agroalimentare sempre più sotto attacco. L’ultima iniziativa è convocare un summit mondiale per mettere al bando le proteine animali. E in Europa avanza il Nutri-score. Sabato e Domenica gazebo e raccolta di firme per difendere i nostri prodotti mentre Federalimentare accusa. “Vogliono conquistare i nostri fatturati azzerando l’offerta italiana”.

Sarà una guerra senza esclusione di colpi perché il piatto è enormemente ricco: dare da mangiare al mondo. L’Italia combatte su questo ring con un braccio legato dietro la schiena e il laccio si chiama Europa che distrugge il nostro agroalimentare con continui attacchi e prima di tutto col Nutri-score oltreché con il “latte” di piselli, il vino senza alcol, e le larve in fricassea. La scusa è salvare il pianeta, l’obbiettivo è ordinare al mondo cosa mangiare facendo profitti immensi. Va organizzata la resistenza e ieri la Lega ha varato la campagna “Mangiacomeparli” che animerà questo sabato e questa domenica le piazze d’Italia con i gazebo dove la Lega distribuirà prodotti italiani, spiegherà le battaglie che si fanno in Europa per la difesa e la valorizzazione della dieta mediterranea e lancerà una raccolta di firme a tutela del Made in Italy. Matteo Salvini, Gianmarco Centinaio sottosegretario e già ministro all’Agricoltura e Gianpaolo Vallardi – presidente commissione agricoltura del Senato – vanno alla controffensiva del Nutri-score, dicono no agli insetti nell’alimentazione – la Lega ha presentato una legge ad hoc per la valorizzazione della dieta mediterranea –  e al vino dealcolato.

Sulla questione del vino i produttori hanno chiesto un incontro urgente al ministro Stefano Patuanelli per mettere al riparo almeno Doc e Docg. Tanto Vallardi quanto Centinaio hanno insistito: siamo sotto attacco, in Europa e nel mondo e il Governo deve fare di più, l’Europa sta distruggendo il made in Italy. E proprio oggi in Europa si discute del vino dealcolato, del falso aceto balsamico (gli sloveni voglio farlo aggiungendo mosto all’aceto), stanno iniziando le trattative sulla politica agricola e tra pochi mesi ci sarà il voto finale sul Nutri-score. Ancora più duro Matteo Salvini: “Vediamo se il giornalismo d’inchiesta cercherà di capire se le multinazionali finanziano qualche partito che difende le tarme e il latte falso. Noi con la raccolta firme per la difesa del Made in Italy lanciamo un’offensiva, mi auguro che venga a firmare anche Enrico Letta. Voglio vedere lui che è toscano se l’Europa gli fa il cacciucco con le tarme cosa dice. E mi auguro che tutto il mondo agricolo sia unito con noi. Il primo di giugno faremo gesti rivoluzionari: un cappuccino al banco del bar e una pizza dopo le dieci di sera, magari al chiuso se piove. Quella che stiamo conducendo è una battaglia di civiltà e non ci sono mediazioni possibili. L’Europa lo sappia. Non vogliamo prodotti di laboratorio, creati a Wuhan o lì intorno”.

Il nostro agroalimentare vale140 miliardi (di cui 40 all’export) col falso italiano si sale a 300 miliardi. La Nestlé la più potente multinazionale fattura 90 miliardi con circa 2000 mila marchi. Ma preferirebbe averne pochi con una domanda omogeneizzata. L’Italia è troppo ingombrante per i globalizzatori: 600 salumi, 400 formaggi, almeno 5 mila ricette. Frutto di un’agricoltura troppo biodiversa e che rende troppo. Intollerabile da chi dai campi chiede solo sostanze organiche e non vuole pagare i contadini. Il modella Italia va eliminato. Così il presidente di Federalimentare Ivano Vacondio dal Sole 24 ore ha lanciato un fortissimo allarme: “Dietro la questione della salute umana e dell’ambiente si nasconde il tentativo di frenare la competitività del made in Italy alimentare sui mercati esteri. E non tanto per i volumi che esportiamo, quanto per la capacità di ricavare dai nostri prodotti una marginalità altissima”. Tutto parte da un’iniziativa (già tentata nel 2014) dell’Onu che in autunno riunirà a New York i leader mondiali per sostenere che bisogna cambiare i modelli alimentari perché il consumo di carne è insostenibile per l’ambiente, perché la salute degli uomini e quella del pianeta dipendono da come si mangia.

E secondo l’Onu si mangia male soprattutto se si pratica la dieta mediterranea “che ha troppe proteine animali”. Si è accodata (o forse ha giocato d’ anticipo) anche l’Europa con il programma “farm to fork” pilastro del Green deal voluto da Ursula Von der Leyen. Tutto ruota attorno al Nutri-score la famosa etichetta a semaforo che condanna l’olio extravergine d’oliva, ma fa salvi tutti prodotti che contengono tantissima chimica e super raffinati, non a caso il primo sponsor del Nutri-score è la Nestlé. La nuova offensiva dell’Onu nasce da un rapporto della Fao –il direttore generale è il cinese Qu Dongyu – che dice: non ci sono abbastanza proteine nel mondo per tutti e la sovra-popolazione creerà un’insufficienza agricola. I cinesi da tempo hanno colonizzato l’Africa per farla diventare la loro fattoria e lavorano perché gli altri paesi abbassino i loro consumi alimentari. Da una parte l’Onu con l’Unesco ha promosso dieci anni fa la dieta mediterranea a patrimonio mondiale dell’umanità, dall’altra con la Fao la demolisce.

E non suoni strano che tra i vicedirettori generali della Fao c’è Maurizio Martina, ex ministro agricolo ed ex segretario del Pd. Basta ricordarsi che Walter Ricciardi, consigliere del ministro per la Salute Roberto Speranza già presidente dell’Istituto superiore di sanità, si è schierato apertamente per il Nutri-score affermando che il ministro dell’agricoltura Stefano Patuanelli fa il lobbista in favore del made in Italy. Ricciardi, difeso anche dal Pd, resta al suo posto pagato dal Governo per parlar male dell’Italia.

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