MATTARELLA PARAFULMINE DEL GOVERNO DEGLI INCAPACI

Le gaffe dei ministri vanno al massimo. E poi le frizioni, le indecisioni, le frenate, fino alle imposizioni a colpi di Dpcm per garantirsi l’affidabiltà e coprire ritardi, inefficienze, omissis. Sergio Mattarella costretto a parare i colpi delle buotade ministeriali e non solo, in forte imbarazzo, si rivolge agli italiani cercando di riannodare il filo diretto con il Paese per sottolinere che il presidente c’è e la nave non affonda seppur  tra ritardi e gaffe. L’ultima si chiama “delazione”. Delazione che il Capo dello Stato trasforma con ingegno in “raccomandazione” paterna e protettiva per placare i toni tentando di restituire un minimo di credibilità al governo. Il tutto per correre ai ripari alla risibile affermazione rigorista del ministro Speranza che non dava alcuna speranza agli italiani dopo aver annunciato in grande spolvero due giorni fa di aver chiesto il veto per le feste private, affidandosi al controllo sul territoro attuato dai cittadini, chiamati al ruolo di spie da parte dell’esecutivo. Cittadini costretti dal governo degli incapaci a fare i delatori. Apriti cielo, beffeggiamenti sui social e sui media a gogò. Poi il decreto, l’ennesimo. Troppo per Mattarella, che in grande imbarazzo fa ancora una volta da parafulmime. La giornata del presidente, raccontano i retroscenisti, comincia di buon mattino, ma già dal weekend si rincorrono i contatti in un filo diretto tra Quirinale e Palazzo Chigi e sembra proprio che decisivo sia stato l’intervento del Quirinale nel modulare i provvedimenti su feste e riunioni nelle case private. Per tutta la giornata di lunedì l’ala rigorista del governo ha spinto decisamente per un divieto: no ad assembramenti, nemmeno in luoghi privati. E sembra che nemmeno al Conte sia piaciuta l’uscita di Speranza, ragion per cui la presidenza della Repubblica ha posto l’attenzione in particolare su riunioni e feste in domicili privati. Sollevando due obiezioni sulla percorribilità di introdurre un obbligo che le contingentasse. La prima di natura giuridica: il decreto dal quale trae legittimità il Dpcm non prevede alcuna nuova norma che intervenga su questo aspetto, che modifichi le eccezioni di legge all’intangibilità delle case private dei cittadini. La seconda di carattere costituzionale, perché una misura che andasse in quel senso avrebbe potuto sollevare dubbi di costituzionalità. L’articolo 42 della Carta recita infatti che “la proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a tutti”. Palazzo Chigi ha recepito le osservazioni ed ha “obbedito”. Ed ecco il perché sono arrivate le gentili  “raccomandazioni”. D’altra parte, osserva qualcuno scherzando-e non facciamo i nomi perché non siamo delatori- nel Paese del Vaticano, la “carezza” paternalista piace. Fin qui il retroscena, ma stiamo alla scena. E la scena, nel tardo pomeriggio, è la seguente: dopo la firma di Conte al Dpcm e la conferenza stampa,  Mattarella torna a farsi sentire per ri-accreditare il governo. “Stiamo cercando di superare l’emergenza, possiamo riuscirci”, ha dichiarato il capo dello Stato a margine di un incontro con la delegazione di Medici con l’Africa. “Ci stiamo riuscendo solo per l’impegno e la generosità da parte di tanti nostri concittadini impegnati in prima linea”. Ergo: italiani brava gente responsabile. Ma sottindende e sottolinea un aspetto molto importante: il governo si è fatto trovare impreparato con la seconda ondata ed è dovuto ricorrere all’ennesimo Dpcm, con gli italiani che ancora una volta saranno chiamati ad una prova di grande maturità e responsabilità per aiutare Conte e compagni. “I valori di convivenza umana non sono scindibili per territorio – ha dichiarato Mattarella – la solidarietà si esprime ovunque e va realizzata e posta in essere ovunque”. Guarda caso solo poco prima che parlasse il capo dello Stato, il Conte aveva fatto una precisazione sul passaggio più strampalato del Dpcm: “Non manderemo le forze di polizia nelle abitazioni private, ma tutti dobbiamo avere dei comportamenti prudenti in questa fase. Queste nuove misure comporteranno dei sacrifici ulteriori ma siamo convinti che con queste misure potremo affrontare questa fase. Dobbiamo evitare di far piombare il nostro paese in un lockdown generalizzato”. Excusatio non petita accusatio manifesta. Il Conte copre Speranza e Speranza poco fa a Ballarò nega le sue affermazioni: “Nessuno ha mai parlato di delazioni, la responsabilità risiede nei cittadini”. Mattarella fa da parafulmine al premier, il quale fa da paracadute ai ministri, i quali si “paracadutano” raccomandandosi agli italiani brava gente. Fine della “scena”, il fim è sempre lo stesso. Triste.  
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