IL SOGNO ZOPPO DI POSSEDERE UN’AUTO ELETTRICA

Sognate l’auto elettrica per spendere meno, entrare nei centri storici, parcheggiare gratis sulle strisce blu? E per dare una mano all’ambiente? Le buone notizie vengono da Israele dove l’azienda StoreDot ha messo a punto una batteria che si ricarica in 5 minuti della potenza necessaria per percorrere 160 km. Sarebbe il superamento di un limite terribile per le auto 100% elettriche che ci mettono 6-7 ore per caricare elettricità sufficiente per fare 100 chilometri. Fatto che rende queste auto praticamente inutilizzabili fuori città. Per ricaricare dunque un’auto ecologica basterebbe lo stesso tempo che ci si mette a rifornire un’auto a benzina.
Le nuove pile non sono basate sul litio, ma le batterie sfruttano la stratificazione di  strati di nanomateriali e composti organici proprietari. Questo le rende più sicura rispetto alle batterie oggi in commercio in quanto i materiali da loro usati non sono infiammabili.
Ma qualche problema resta. Le batterie israeliane non sono preparate per usare la rete classica e i tecnici stanno lavorando per modificarle ancora – si pensa ci si arrivi nel 2025 – e adattarle agli attuali caricatori montati sulle nostre strade.
Il sogno iniziale, però, si avvererà soltanto in parte. L’automotive sta spingendo moltissimo sull’elettrico ibrido o 100% che sia, con investimenti di miliardi. L’Unione europea in prima fila nel mondo – e qualche volta mal compresa – lavora da un decennio per abbassare la CO2 nell’aria e decarbonizzare le strade del Continente. Ma qualcosa sembra non tornare nei conti della eventuale transizione da benzina a elettrico. Soltanto un mese fa  Akio Toyoda, presidente della Toyota, disse  senza mezzi termini che «l’attuale modello di business dell’industria automobilistica rischia di crollare se il settore passerà ai veicoli elettrici troppo in fretta».
Fece capire che se tutte le auto fossero elettriche, durante l’estate il Giappone andrebbe in black-out. Come quando a casa accendi forno elettrico e a microonde insieme  e salta la corrente. Non soltanto. Seguendo di poco le dichiarazioni del Ceo di Volvo Hkan Samuelsson che aveva invitato i costruttori ad essere più trasparenti sulla reale impronta di CO2 delle auto elettriche, Toyoda aveva   affermato che: «Più veicoli elettrici costruiamo, peggiori diventano le emissioni di anidride carbonica. Quando i politici affermano “liberiamoci di tutte le auto che usano benzina”, lo capiscono?».
Questo perché quasi tutta l’energia elettrica, nel mondo, viene prodotta con carbone e petrolio. Se poi ci aggiungiamo che – altri dati offerti da Toyoda – per attrezzare un’infrastruttura capace di sostituire i benzinai con distributori di elettricità il costo per il Giappone sarebbe tra 135 e 358 miliardi di dollari, il cerchio si chiude. E il sogno svanisce, almeno nell’attesa di avere una svolta tecnologica potente che renda possibile e poco costosa l’introduzione di massa delle auto a batteria.

0 Points