LA TENTAZIONE? AFFIDARSI A UN DITTATORE ALLA ROMANA

I pidistellati insistono su Conte per tattica, ma gli scenari possibili indicano Cartabia o Draghi per arginare la catastrofe, ma molto dipende dai tempi.

Ci stiamo avviando verso la dittatura. No,non tornano tempi folkloristici di gagliardetti e adunate oceaniche. Semmai stanno rispolverando un istituto nobilissimo della Roma repubblicana che entrò in vigore dal sesto secolo avanti Cristo e dominò le istituzioni di Roma antica per un secolo e mezzo. I romani avevano fatto fuori la monarchia, ma si resero conto che quando le crisi mordevano e le guerre diventavano faticose troppi galli a cantare non servivano. Così inventarono un supermagistrato che aveva pieni poteri. È lì ci stiamo avviando. La sommessa richiesta che ogni piè sospinto viene fatta di un governo guidato da Mario Draghi – ex tutto: capo del Tesoro, governatore della Banca d’Italia, presidente della Bce, “consulente” silente dei grandi della terra in quella famosa piccola crociera di enorme importanza sul Britannia che dette il là allo spolpamento tramite svendite di Romano Prodi del patrimonio industriale ed economico delle aziende di Stato – altro non significa se non: ci serve un commissario più che ad acta adatto a tirare fuori l’Italia dal pantano dove l’hanno cacciata. Le ragioni del perché l’Italia sta messa male sono tantissime, non ultima che da vent’anni – avete capito bene: dall’entrata in vigore dell’Euro che è una non moneta – non cresciamo; il nostro pil se adesso facessimo la serie storica e pesassimo il dato reale (cioè deflazionato) è minore oggi di quanto non fosse nell’ultimo anno del secolo scorso e anche il reddito pro capire che è salito a 27000 mila euro (d’accordo è il pollo di Trilussa) si è incrementato in vent’anni di appena mille euro col risultato che nel 2000 eravamo tra i più ricchi d’Europa, molto più ricchi della media del Continente e anche dell’Eurozona, e oggi siamo penultimi in classifica. Ci abbiamo guadagnato con l’Europa? Ah …saperlo. Sta di fatto che l’Europa oggi è una sorta di totem, se non si adora non si fa carriera. Ma anche quelli che hanno fatto carriera con l’Europa ora si sentono incapaci.

E così suona la sirena di Draghi che dovrebbe venire a fare il dittatore. Il fatto è che nell’antica Roma il dittatore aveva un orizzonte temporale stabilito per legge: sei mesi, poi lo portarono a un anno. Ma se si comportava male lo passavano per le armi. Qui da noi ora non si capisce né quale potrebbe essere l’orizzonte temporale, né che cosa potrebbe succedere se il “dittatore” sbaglia. Un precedente c’è e fa ridere. Ci hanno provato nel 2011 con Mario Monti e non è andata benissimo per l’Italia (è salito il debito, sono diminuiti il Pil e il reddito, sono stati massacrati i servizi, ma lui e la sua gentile attaché Elsa Fornero insistono a sentirsi dei semidei) ma il bocconiano c’è diventato senatore a vita e continua a genuflettersi all’Europa. Sergio Mattarella che è notaio, ma non proprio imparziale, della crisi ha fatto un gioco di prestigio trasformando il presidente della Camera in Indiana Jones che va alla ricerca del Conte perduto. Però non si capisce quali siano gli orizzonti temporali del governo un sacco Fico che si sta cercando di mettere insieme.

Gli hanno detto i pidistellati (sia Crimi che Zingaretti) Conte su di noi. Nel senso che o l’avvocato di Volturara Apula o morte. Che a vederla tutta è un po’ l’invocazione del dittatore: nessuno ha mai eletto Conte neppure a capocondominio, ma a lui affidano il compito di sbrogliare la matassa. Lui peraltro non sbroglia semmai…prende tempo e attua la tattica del sotto il tappeto, ma ha per i partiti che lo sorreggono una dote necessaria e sufficiente, li tiene al riparo dalle responsabilità. Ora non bisogna essere dei fini tattici per capire perché Nicola Zingaretti a nome del Pd, ma non di tutto il Pd, insiste su Conte. Se si va alle elezioni e l’apuletano fa la sua lista i voti li frega a Zinga. Lo stesso vale per i pentalici fra l’altro sull’orlo di un Crimi di nervi. E Conte ha il valore aggiunto che se il paese zompa per aria (ci manca un niente signori miei) può fare il parafulmine. Ma il punto è: quanto deve durare questo Governo? E cosa deve fare? Di sicuro non può arrivare a fine legislatura perché il bluff del Recovery prima o poi verrà scoperto. Basta aspettare sei mesi, ma è il tempo sufficiente per impedire che si voti prima del semestre bianco. Gli scenari sono tre e sono comunque da brivido. Ma a seconda di quale scenario si prende in considerazione spunta un dittatore. Perché non c’è mica solo Draghi. La riserva della Repubblica è piena di gente.
Scenario numero uno – Un governo che deve arrivare al semestre bianco cioè durare fino all’agosto prossimo. Per questo governo potrebbe andare benissimo un Conte ter. Almeno è quanto sperano Pd e Crimi (non tutta la nebulosa delle cinque e un milione di stelle) con l’ipotesi di fare una legge elettorale che faccia fuori Matteo Renzi. Ovviamente questo governo vorrebbe dire che Conte rinuncia alla sua lista e che cerca di dilazionare quanto più può i licenziamenti in attesa dei primi soldi del Recovery che verrebbero peraltro buttati via in assistenzialismo per evitare lo scontro sociale che cova sotto la cenere. Ma l’Europa potrebbe chiudere un occhio.

Questo è il motivo per cui Paolo Gentiloni da molti evocato (ma non invocato) in Italia non torna: deve fare il lacché della Von der Leyen finché ci sono i suoi al comando. Un siffatto governo avrebbe il vantaggio di accontentare gli ambienti vaticani che brigano per tenere in piedi l’ex allievo di vila Nazareth e che lo raccomandano caldamente a Mattarella anche lui sensibilissimo alle preci del fu cardinal Silvestrini e oggi del cardinal Parolin (anche se Parolin in Vaticano conta assai meo di prima). Ma per un governo ponte andrebbe benissimo anche un uomo delle istituzioni come Pierferdinando Casini che potrebbe convincere Forza Italia a un atteggiamento di accomodante astensione con ciò spaccando il Centrodestra. Tuttavia Sergio Mattarella – e più ancora di lui Sergio Zampetti il segretario generale del Quirinale che è il vero regista dell’operazione: facciamo il bis – ha in cuor suo l’idea di non traslocare dal Colle. Perciò potrebbe avere in testa il governo delle istituzioni con il massimo profilo possibile e con una punta di politically correct in quanto donna: Marta Cartabia. L’indicazione della ex presidente della Consulta avrebbe questo vantaggio: costruire un ampio cartello pro Mattarella, fare la riforma della Costituzione per diminuire il peso dei grandi elettori delle Regioni quando si vota per il Quirinale, produrre la nuova legge elettorale utilizzando proprio il semestre bianco e una volta reinsediato Mattarellla avendo garantito l’Europa farsi da parte. La Cartabia sarebbe un dittatore ad legiferandum. E difficilmente Matteo Renzi potrebbe mettersi di traverso in un governo europeo-tecnico-istituzionale. Potrebbe fare invece il diavolo a quattro se tornasse Conte, potrebbe digerire un governo Casini anche se l’eventuale non belligeranza di Forza Italia potrebbe depotenziarne la possibilità d’interdizione.

Secondo scenario– Indiana Jones va da Mattarella e gli dice su Conte sono tutti d’accordo, ma solo perché hanno paura e comunque Renzi (che per ora è il vincitore di questa partita) non dà garanzie di non riprovarci. Allora Mattarella è costretto a prendere atto di tre condizioni (che sono già presenti) e deve architettare una soluzione diversa. Deve prendere atto che il piano vaccini non c’è e che l’Italia sarà tra gli ultimi ad acquisire l’immunità, deve prendere atto che l’economia è impantanata e che siamo gli ultimi per attesa di crescita, deve prendere atto che l’Europa i soldi non ce li dà perché le riforme non le abbiamo fatte e il piano è malscritto. Queste condizioni sono già presenti, ma il presidente può tentare di commissariare la Repubblica e in quel caso chiama Mario Draghi che però chiederà i pieni poteri non solo fino al semestre bianco, ma oltre. E gli scenari possono essere due: o Draghi dopo aver occupato Palazzo Chigi passa al Quirinale direttamente e poi nomina un presidente del Consiglio a lui gradito e da lui dipendente (Carlo Cottarelli che avrebbe pure il vantaggio di piacere al milieu cattolico?) e se ne riparla forse nel 2023; oppure Draghi sceglie il suo Presidente della Repubblica (Romano Prodi? Non per sintonia, ma semplicemente perché Draghi potrebbe avere moooolti elementi di persuasione su di lui) e fa il dittatore sul serio mettendo tutti i partiti a cuccia. Ipotesi che in Italia è difficilmente realizzabile a meno che non sia l’Europa a costringerci con un rialzino dello spread o un ripristino del patto di stabilità con una norma ad paesem, cioè fatta apposta per l’Italia.

Terzo scenario – Sergio Mattarella dopo l’oracolo troppo Fico di Indiana Jones si convince che la sua carta, Marta Cartabia si può giocare solo se al governo entrano tutti i leader di partito. E chiama Renzi, Zingaretti e Crimi (di nervi) a pigliarsi un ministero importante. Si sa che Zingaretti risponderà: no grazie. Perché lo fa? Perché sa che il paese non regge. I soldi dall’Europa se va bene arrivano in autunno, al massimo sono 60 miliardi di cui 30 a fondo perduto come anticipazione. Ma il buco nei conti pubblici a fine 2021 potrebbe essere di pari importo se non superiore. Dunque? L’ Europa capisce che non solo non ci può dare altri soldi perché non abbiamo la capacità d’investire, ma che è venuto il momento di mettere in campo la troika. In quel caso Marta Cartabia sarebbe mandata al massacro. E allora ecco l’idea: un governo Cartabia fino al semestre bianco, poi governo del tutti dentro con a capo Luigi Di Maio per fare in modo che le colpe della crisi ricadano su tutti, elezione del nuovo presidente della Repubblica intanto commissariamento da parte dell’Ue e trascinamento della legislatura fino al 2023 con la coalizione europeista che cerca di mettere fuorigioco la destra così come hanno fatto con la Le Pen. Questi sono i disegni del Quirinale che non ha minimamente preso in considerazione l’ipotesi di affidare un mandato esplorativo al Centrodestra che potrebbe allora portare al Re Di Maio. La storia però a volte si diverte a scompaginare i calcoli e potrebbe anche essere che la situazione precipiti e si vada a votare con questa legge elettorale. Se si votasse oggi con il Rosatellum la quota maggioritaria sarebbe appannaggio solo del Centrodestra che potrebbe avere i numeri per cambiare la Costituzione, eleggere il prossimo presidente della Repubblica e andare in Europa a chiedere conferma dei patti sul Recovery. Perciò in molti del milieu finto europeista, finto progressista e molto vaticanista invocano il “dittatore” .

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