IMPRESA DRAGHI: RIPARTIRE O MORIRE. SUPER MARIO ACCELERA, SI VA VERSO UN GOVERNO POLITICO-TECNICO. PD SCHIACCIATO

Si va verso un governo politico-tecnico. La “formuletta” giusta per la sintesi perfetta. Obiettivo: chiudere la partita. Non ci sarà un terzo tempo. Mario Draghi accelera perché il tempo è finito. Lo sa perfettamente il presidente incaricato, ex presidente della Bce, chiamato dal Capo dello Stato per salvare l’Italia. Il tempo è scaduto. Lo sanno i partiti e i partitini della ex maggioranza che ora, all’ultima chiamata, tentano di alzare la posta mostrando i muscoli, i pochissimi rimasti, ammantandosi delle due frasette magiche “per il bene della patria e ce lo chiede l’Europa”. Ma il refrain non paga più e gli italiani sono stanchi, al capolinea. E questa è la notizia. Tutti si fanno i conti senza l’oste, ma ora la novità non è più se si fa il governo ma sul come si fa il governo. Draghi ha una idea di Paese molto chiara e un mandato chiaro: quello che gli ha affidato il Capo dello stato: fare presto e bene, salvare l’Italia. Difficile quindi che i partiti possano mettere un veto per perseguire i propri sogni di vana- gloria. Cercano di alzare la posta per la paura di essere ingurgitati dal governo tecnico. In politica ci sono le convenienze, si sa, ma ci sono anche le contingenze.

E la contingenza adesso sta nella drammatica realtà del Paese reale. Draghi è stato chiamato ad affrontare una crisi di sistema. Il presidente incaricato sta ascoltando tutte le forze in campo. “Parlerò con rispetto al Parlamento”, ha già anticipato ieri l’altro. Draghi osserva, valuta, decide. Oggi in corso le consultazioni, si sapeva. Il punto da notare è invece il timing delle consultazioni di oggi pomeriggio. Le verifiche programmate coincidono con le dichiarazioni di Di Maio, il grillino europeista che si pone come mediatore ponte e che dichiara di voler favorire il percorso. Insomma fa intendere che non si metterà di traverso, si spinge oltre cercando di superare la pericolosa faglia grillina creatasi. Nonostante il pd che, stritolato come si ritrova, cercava stamane di fare il padre tutore dei grillini, ben sapendo che i pentastellati erano oppositori di Draghi.

Fino a stamattina, appunto. Perché a sparigliare ci pensa il loro (amato?) Conte. Che fa una bella sorpresina al partito di Bersani. Conte dopo l’incontro con Draghi oggi improvvisa una strampalata conferenza stampa dicendo che desidera ringraziare Mattarella e che- ecco- lui non sarà di ostacolo per il governo. Certo, auspica un governo politico, ma fa un appello agli amici cinque stelle per affrontare insieme la transizione. Tradotto: Conte si vuole prendere i grillini per rompere il pd. Equilibri che si spostano. Al contempo Renzi si vuole riprendere il pd. E nel centrodestra? Movimenti in corso. Si va verso altri equilibri: Berlusconi è in viaggio verso Roma, Salvini oggi è stato accompagnato da Giorgetti, l’uomo che dialoga con l’Europa, amico di Mario Draghi e per il quale nutre antica ammirazione. Se la Lega appoggerà Draghi ( lo chiedono gli imprenditori del nord e Salvini lo sa anche se che fa ancora la parte del duro populista)  allora la musica cambierà. E sarà un colpo durissimo da incassare per il pd. L’ennesimo.

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