MA MONTI E DRAGHI PARI NON SONO

Stavolta la Lega vigila sull’impossibilità di manovra “lacrime e sangue”.

Si sente, in questi giorni, il continuo paragone tra quello che è stato il Governo di Mario Monti e quello che potrebbe essere il “gabinetto” di Mario Draghi.

Molti paventano il timore e il triste ricordo delle manovre “lacrime e sangue” di Monti, la riforma  delle pensioni della Fornero con la vicenda terribile degli esodati, dei nati nel 1952 e in generale le restrizioni di quel periodo.

Un confronto tra i due economisti, i due approcci e gli stessi due periodi sono del tutto sbagliati.

Monti fu imposto in un periodo in cui lo spread, con i titoli tedeschi, era oltre i 500 punti, vi erano vincoli europei di bilancio stringenti come il rapporto deficit/PIL al 3%. Monti scollegato dal rapporto voto/cittadino, fece quella che venne definita da molti  “macelleria sociale”. Migliaia di persone lasciate nel limbo del senza lavoro e senza pensione, milioni di persone costrette a intaccare i risparmi – per chi li aveva ! – per pagare la patrimoniale sulla casa, anche sulla prima! Un’ evidente ingiustizia sociale nel tentativo “sbagliato” di riequilibrare il bilancio dello Stato.

Aumenti di entrate, nessun taglio agli sprechi, la cura peggiore del male!

La Lega fu l’unica forza politica a non votare per quel governo!

Ci sono poi le differenze sul piano economico. Draghi ha a disposizione un bilancio senza vincoli di spesa liberati per tutti dall’Europa, uno spread bassissimo e una credibilità personale molto elevata, non solo in Europa, un periodo medio lungo di tassi bassi, 209 miliardi del Recovery Fund che sono nulla se si sprecano in contributi a pioggia senza ordine e visione, sono invece enormità se investiti con una progettualità generatrice di ricadute economiche e di Pil.

Le volte che mi è capitato di approcciare ai numeri del Bilancio dello Stato (nel decreto crescita dove è confluita la nostra PDL semplificazioni in 18 emendamenti) l’impressione è stata che ci siano in realtà tantissime risorse accantonate o da ottimizzare. È il momento in cui è possibile non fare tagli, utilizzando al meglio ciò che abbiamo. Una vera cura da cavallo dove vengono declinate parole come semplificazione, diminuzione delle tasse, investimenti e crescita.

*Alberto Gusmeroli, Vice Presidente della Commissione Finanze della Camera dei Deputati

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