CRISI-COVID: TRA CONSUMATORI E IMPRESE PREVALE UN TIEPIDO OTTIMISMO SUL FUTURO

Si va ripetendo che l’incertezza dovuta all’emergenza epidemica convince gli italiani a tenere sul conto in banca il proprio denaro e a non spendere. A parte lo scherzoso consiglio di non tenerli così a portata del governo, un decreto per un prelievo forzoso si fa in una notte… la tendenza sembra si stia invertendo. E questo potrebbe portare a una flebile ripartenza dei consumi.

A febbraio, infatti, l’Istat stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da +100,7 a +101,4) sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da +88,3 a +93,2). Fiducia nel futuro, certamente, non sicuramente in chi o cosa, ma il dato c’è e proviamo a leggerlo.
Intanto è interessante valutare i diversi aspetti che lo compongono: l’indice dei consumatori tiene conto di Clima Economico attuale (da +83,4 a +91,5) così come il Clima Economico Futuro (da +103,2 a +107,5). Male invece il Clima Economico Personale che flette (da +106,5 a +104,7) e quello Corrente che diminuisce (da +99,0 a +97,3). Significa che c’è attesa per un miglioramento generale ma che per il futuro più prossimo le persone non hanno nessuna fiducia che la loro situazione economica attuale possa variare in positivo.

Per quel che riguarda le imprese, si registra un miglioramento della fiducia deciso e diffuso a tutti i settori. In particolare, nel settore manifatturiero l’indice di fiducia sale da +95,6 a +99,0 e nelle costruzioni passa da +138,0 a +141,9. Chiaro, visto che ferve l’attesa sui lavori che si realizzaranno con il 110% sulle ristrutturazioni. Nei servizi di mercato l’indice aumenta da +82,2 a +85,7 e nel commercio al dettaglio cresce da +88,3 a +93,8.
Comunque per i servizi e il commercio al dettaglio – avverte Mediobanca -, nonostante il deciso aumento di febbraio, i livelli rimangono ancora lontani da quelli precedenti la crisi.

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