MR BIDEN I PRESUME E COSI’ GLI USA COMINCIANO DA PUTIN LA CAMPAGNA D’ORIENTE

Il presidente Usa deve isolare Pechino e avvertire alleati riottosi che è lui il padrone del nuovo ordine mondiale. Comincia con la Russia per riaffermare l’egemonia diplomatica ed economica americana e stringe l’accordo Quad penalizzando l’Europa nei rapporti commerciali.

Mr Biden I presume… Eh si è come andare alla ricerca delle sorgenti del Nilo tentare di capire perché improvvisamente il nuovo, ancorché gravato un po’dagli anni come dimostrano i capitomboli sulla scaletta dell’Air Force One l’inquilino della Casa Bianca abbia deciso di dare dell’assassino a Vladimir Putin, che magari uno stinco di santo non è ma è pur sempre presidente della Federazione Russa (e scusate che è poco). E qualche potere – foss’anche solo quello di Rosario Chiarchiaro protagonista della pirandelliana “Patente” – deve pur averlo se dopo aver augurato ogni bene al suo americano accusatore Biden s’è accasciato sui gradini. La fattura –intesa non solo come malocchio – però rischia di pagarla il mondo intero e specificatamente l’Europa se il rapporto tra Casa Bianca e Cremlino si trasforma in insulto. In campo ci sono tre questioni assai specifiche che possono avere conseguenze geopolitiche rilevanti ed economiche molto pesanti. Vediamole. Intanto Joe Biden non smentisce la tradizione che vuole i presidenti democratici americani come i più inclini a menare le mani.

Con buona pace dei detrattori di Donald Trump e di tutto il ciarpame degli intellò della nostrana sinistra che vedevano in Biden una sorta di liberatore delle masse, difensore dei diritti civili, presidente onorario del Black lives matter, gran gonfaloniere della svolta green, il new president americano è pochissimo di tutto questo e moltissimo della continuità col tycoon che hanno cercato d’impicciare. Già in economia se Donald aveva lanciato l’America first, Joe ha rilanciato con american buy il che non fa molta differenza. Ma è in politica estera che le cose cambiano non necessariamente in meglio. Tanto per avere un’idea vediamo quanti presidenti democratici hanno giocato alla guerra: Truman s’intestò quella di Corea, Kennedy e Johnson la guerra del Vietnam, Carter l’Afghanistan con la grande intuizione di creare Al quaeda come milizia islamica, Clinton la guerra in Serbia, Obama ha sganciato bombe in Siria, Libia, Iraq e Afghanistan, Yemen, Somalia e Pakistan. E per fortuna che aveva vinto il Nobel per la pace! Il povero Trump neanche un petardo. E una ragione c’è: i presidenti democratici subiscono il fascino della divisa. Biden è fortemente dipendente dalle decisioni del Pentagono, il vertice militare e di intelligence militare statunitense che non vede l’ora di menare le mani. Sia detto per inciso gli americani hanno già schierato la flotta nel mar della Cina, poi vediamo “que pasa”. In più mentre Trump e di solito i repubblicani hanno un’idea del rapporto diplomatico unilaterale (cioè trattano con i singoli paesi) i democratici che hanno la fissa dell’esportazione della democrazia ragionano per blocchi. Non sarà sfuggito il richiamo ruvido di Biden all’Europa per la fedeltà atlantica in Italia subito ribadita da Mario Draghi con mutti Angela (al secolo Merkel) costretta ad allontanarsi un po’ dai suoi buoni clienti cinesi.

Ma che l’Europa sullo scacchiere diplomatico (al netto dell’interventismo francese nel Mediterraneo) non conti nulla è risaputo. La seconda questione è di strategia. Joe Biden sa perfettamente che il primo nemico commerciale è la Cina, ma deve trovare il modo di evitare la saldatura tra Russia e Cina. Il fatto è che dopo anni e anni di sanzioni per la faccenda Ucraina e di tentativi della Nato di espandersi – come zona d’influenza – nel quadrante russo Mosca si è fatta molto meno occidentale. E l’Europa ha un’enorme responsabilità in questo. Un recentissimo sondaggio condotto in Russia dimostra che la capacità di attrazione dell’Europa è molto scemata: solo un russo su tre si sente o comunque desidera un dialogo con l’Europa e i giovani russi proprio non ne vogliono sapere. Così Putin rilancia un’idea di Eurasia cercando di erodere potere cinese per diventare ago della bilancia dello scacchiere. Ma Biden ha anche un altro problema: dimostrare ai sauditi (alleati sì, ma un po’ riottosi) che non possono trovare sponda nel Cremlino e isolare Erdogan (Turchia) nel Mediterraneo. Sa perfettamente che Putin dispone dell’arma energetica per coltivare alleanze e non a caso ha chiesto all’Europa di rinnovare le sanzioni verso Mosca e da Bruxelles Thierry Breton, Commissario europeo all’industria, continua a dire che non c’è bisogno del vaccino Sputnik. In realtà molti paesi europei, Italia compresa, lo vorrebbero e ne hanno bisogno, ma Biden si è fatto sentire molto chiaramente da Ursula Von der Leyen. Il terzo motivo per cui il presidente, mi raccomando sottolineiamo democratico, ce l’ha con Putin è perché teme che il russo alla fine possa offrire una sponda alla Cina proprio in funzione anti-americana.

Ed è per questo che Biden si è affrettato a dire a nuora (Putin) perché suocera (Xi Jjinping) intenda. Ma non si è limitato solo a ciò. Il neopresidente americano ha ridato fiato ad uno strumento militar-diplomatico messo in piedi da Donald Trump (vedete che la discontinuità non è poi così grande). Si tratta del Quad: un accordo strategico che lega Usa, India, Giappone e Australia. La portata di questo accordo è intuitiva: controllare la Cina, tutelare Taiwan, assicurare agli Usa una manifattura di servizio (quella indiana) controllando il canale orientale. In questa mossa Biden taglia un po’ le unghie a Boris Johnson, escludendolo dal dialogo storicamente privilegiato di Uk con l’India, ma a parere di tutti gli osservatori l’alleanza tra le due sponde dell’Atlantico sarà rafforzata anche per far pagare dazio all’Europa. Che è la vera sconfitta. Biden ha infatti intenzione di regolare guadagnandoci i conti con Germania e Francia ree dell’accelerazione dell’accordo sugli investimenti siglato dall’Ue con Pechino. Ora tocca all’Italia capire se può approfittarne, certo che per noi anche Putin sarebbe un buon cliente. Resta il fatto che la solita genuflessione della nostra sinistra al presidente democratico non è servita a nulla. Semplicemente perché di Biden non hanno capito nulla.

 

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