“CARE COLLEGHE LA VERITA’ RENDE LIBERI”. MADIA VS SERRACCHIANI. SERENA DOMENICA DELLE PALME DAL PD

Alla vigilia della domenica delle Palme si scatena la guerra delle donne del pd. Marianna Madia si scaglia contro Delrio e Serracchiani. Letta attacca Renzi ma è nei guai tra le correnti serpenti

Ed ecco la serena domenica della Palme in casa pd anticipata da una vigilia ancor più pacifica all’insegna dell’amore, lo stesso che ha spinto il nuovo segretario a riprendersi la guida del pd e l’ex fu zar Nicola a mollare. “Una sana e bella competizione fa bene”. Non finisce di proferire le sante parole il mite Enrico Letta che esplode la miccia destinata ad appiccare il fuoco. Le parole, di fuoco appunto, le pronuncia Marianna Madia ex ministra e amazzone renziana in lizza con Debora Serracchiani, ex governatrice del Friuli-Venezia Giulia, per il ruolo di capogruppo. Madia si scaglia contro Debora Serracchiani, una giovane donna del pd contro un’altra giovane donna del pd, una giovane donna contro il suo ex capogruppo, il potente Graziano Delrio. Quando si dice la solidarietà femminile! Alla faccia della ricostruzione, della pace e della sana competizione. Ma che cosa è successo? Facciamo un passo indietro per comprendere la matassa incandescente che si agita a sinistra e che sta diventando sempre più sinistra per Letta.

Il nuovo segretario ingaggia la battaglia delle signore dem contro la prima fila di soli uomini che “è roba da Orban e che non può essere il biglietto da visita per un grande partito europeo”. Letta si fa scudo delle donne per coprire le falle del pd e delle correnti, ma le correnti covano e rispuntano contro. Delrio capogruppo alla Camera con grande charme fiutando l’aria fa il passo indietro pur ingoiando amaro, molto amaro.

Martedì prossimo una signora sarà eletta dai deputati dem come capogruppo alla Camera. Serracchiani è più che in pole. E’ appoggiata da base riformista, correntone di Guerini e Lotti che molto pesa nei gruppi parlamentari, lo stesso correntone di Marcucci, l’uomo che “ha scontato” la solida amicizia con Renzi, omologo di Delrio al Senato, che ha lasciato ma non accettando di lasciare. Di fatto, la potente base riformista che si è legata al dito il diktat di Letta sembra aver blindato Serracchiani. Caos calmo fino a ieri, vigilia della domenica delle Palme, quando Letta si era già trovato (come raccontato ieri ndr ) a dover fronteggiare Calenda per nulla entusiasta dell’idea delle primarie fino all’irruzione di Marianna Madia.

  Marianna accusa Delrio regista secondo lei di “una cooptazione mascherata” ai suoi danni preferendo la sua collega donna, Serracchiani, l’altra candidata alla guida del gruppo dem. Parole bollenti, pesantissime.

Madia mette nero su bianco, il testo recita: “Care colleghe, cari colleghi, la verità rende liberi. E parlarci con chiarezza e trasparenza, senza bizantinismi, penso possa aiutare a riannodare il filo spezzato di una comunità democratica che è viva ed esigente con chi la rappresenta”. Racconta che è stato proprio Delrio a chiederle di mettersi in gioco con la sua candidatura insieme a quella della sua amica stimata Debora Serracchiani. Senonché “ immediatamente si è ripiombati nel tradizionale gioco di accordi trasversali più o meno espliciti” e che Delrio, “da arbitro di una competizione da lui proposta, si è fatto attivo promotore di una delle due candidate, trasformando ai miei occhi il confronto libero e trasparente che aveva indetto in una cooptazione mascherata”. Delrio replica dicendo di non meritare le accuse “di manovre non trasparenti e di potere”.  E Serracchiani: “Non posso credere che Marianna si riferisca a me come una persona cooptabile, quindi una persona non autonoma l’autonomia è stata la cifra della mia storia personale e politica”. Il percorso di Letta è sempre più pieno di insidie alle prese con la partita Capitale, le elezioni romane, con un Gualtieri che tiepido dice io ci sarei, con un Calenda che vede come fumo negli occhi le primarie mentre i lavori in casa Raggi- Grillo sono in corso. Raggi si è autocandidata come Calenda a Roma e Grillo per lei è disposto a transigere ( pur di sparigliare e rimanere il dominus) sul quel terzo mandato precluso a deputati e senatori, notizia accolta come molto positiva in casa Casaleggio e invece architettata dall’Elevato per disarcionare fin da subito il nuovo Conte grillino che a questo punto diventa il Conte grillino dimezzato. Intanto Letta durante il suo intervento all’incontro con il pd di Firenze dà una bordata a Renzi: “La democrazia rappresentativa è in crisi profonda. Prendiamo questo parlamento tre anni fa quando è stato eletto e paragoniamolo a oggi: c’è un a discrasia enorme. Rispetto alla nostra forza noi siamo sotto-rappresentati, viceversa ci sono partiti sovra-rappresentati che al momento delle elezioni non esistevano nemmeno”. Chiaro e forte. Renzi riflette, Letta prepara il prossimo round con l’ex Rottamatore e con Salvini. A breve, a brevissimo. Preparate i pop corn o patatine salatissime.

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