RECOVERY: CI SIAMO, TRA POCO DRAGHI ALLA CAMERA. ECCO COSA PREVEDE IL PIANO

Siamo giunti alle fasi conclusive per il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e resilienza) che verrà presentato tra poche dal premier Mario Draghi alla Camera e mercoledì al Senato per poi essere inviato a Bruxelles lunedì. Nei mesi scorsi era stata ravvisata una certa lentezza nei tempi di sviluppo, soprattutto se confrontati con quelli della Grecia che come l’Italia è uno di quei paesi che ne hanno maggiormente bisogno. Ma il governo è riuscito a rispettare le scadenze.

Il Piano prevede sei missioni: digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione sociale; salute. Il piano è in linea con il Ngeu (il dispositivo di rafforzamento del quadro pluriennale finanziario 2021-2027); infatti i progetti “verdi” e quelli digitali rappresenteranno rispettivamente il 38% ed il 25% del totale. Il 40% delle risorse verrà desinato al Mezzogiorno per il quale la convergenza alle aree più ricche del paese è bloccata da anni.

Per quanto riguarda la governance del programma il ministero dell’economia e finanza sarà coordinatore centrale per l’attuazione del piano e interlocutore unico della Commissione europea. La Presidenza del Consiglio si occuperà di vigilare sul rispetto degli obiettivi dei vari progetti del programma. Al di sotto di Palazzo Chigi verranno istituite sei task force (una per ogni missione) che faranno riferimento ai ministeri competenti, e che verificheranno l’attuazione degli interventi e rendiconteranno le spese effettuate.

Se da un lato l’allineamento alla missione della transizione ecologica europea si sostanzia in progetti “verdi” e digitali, l’allineamento ai trend di crescita ed efficienza dei maggiori paesi dell’UE per l’Italia non può che passare per l’attuazione di riforme strutturali di contesto.

Le quattro previste nel piano sono: pubblica amministrazione, giustizia, semplificazione della legislazione e promozione della concorrenza.

L’obiettivo principale della riforma della PA è quello di sburocratizzare processi con l’intento di ridurre costi e tempi per cittadini e imprese. Il miglioramento delle capacità amministrativa sia locale che centrale dovrebbe avvenire attraverso una digitalizzazione dei processi amministrativi soprattutto negli ambiti dell’identità, dell’autenticazione, della sanità e della giustizia, sia attraverso un miglioramento della selezione, formazione e promozione volta ad aumentare le competenze dei dipendenti pubblici.

L’altra grande riforma è quella della giustizia. Questa prevede di semplificare il rito processuale in primo grado e in appello nell’ambito della giustizia civile e di introdurre definitivamente il processo telematico. Per quanto riguarda il processo penale si propone di intervenire sulla fase dell’indagine e dell’udienza preliminare; estendere il ricorso a riti alternativi; rendere più mirato l’esercizio dell’azione penale; stabilire i termini di durata dei processi. Il piano prevede interventi per ridisegnare i meccanismi di riscossione e a diminuire il contenzioso tributario e i tempi della sua definizione

La riforma finalizzata alla semplificazione e alla razionalizzazione della legislazione è contraddistinta dalla stessa ratio delle altre due riforme. Questa interverrà su leggi in materia di pubbliche amministrazioni, contratti pubblici, su norme d’ostacolo alla concorrenza o che hanno incentivato frodi e corruzione attraverso l’abrogazione o la modifica di leggi e regolamenti che ostacolano eccessivamente la vita di cittadini ed imprese.

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